di
Erica Dellapasqua

La denuncia dei genitori di Francesco Roma, morto all’Umberto I dove era stato trasferito dall’ospedale di Sora. La madre: «Sono nel buio. Voglio sapere cosa è successo»

La Procura di Frosinone ha aperto un fascicolo sulla morte di Francesco Roma, cinque giorni, avvenuta nella notte tra venerdì e sabato al policlinico Umberto I di Roma, dove il neonato era stato trasferito d’urgenza subito dopo la nascita, il 22 settembre nell’ospedale Santissima Trinità di Sora. «Ci hai fatto sognare a tutti – ha scritto il padre, dopo la morte -: ti chiediamo scusa se non abbiamo potuto fare niente, purtroppo la vita è ingiusta. Ti vogliamo bene».

I genitori, Eleonora Minotti e Christian Roma, originari di Arnara e assistiti dagli avvocati Marco Torriero e Marco Maietta, hanno raccontato agli inquirenti che il bimbo non riusciva a prendere peso ed anzi, ne perdeva dopo ogni poppata, e proprio per questa ragione era stato disposto il trasferimento nella Capitale.



















































Qui i sanitari avrebbero attivato i protocolli previsti ma i tentativi non sono bastati: il neonato è morto tra il 26 e il 27 settembre. Un epilogo che nessuno si aspettava.

I genitori hanno presentato querela ai carabinieri di Frosinone chiedendo il sequestro delle cartelle cliniche degli ospedali di Sora e Roma, oltre all’autopsia sul corpicino. La Procura ha già disposto l’apertura dell’inchiesta e domani pomeriggio è atteso il conferimento dell’incarico al consulente tecnico d’ufficio.

La mamma: «Sono nel buio»

La madre di Francesco ha denunciato tutto anche su Fb, dove aveva già presentato il suo bimbo appena nato: «Mi domando – ha scritto – come si può portare in grembo un bambino per 9 mesi, immaginare la nuova vita che sarà assieme a lui, vederlo nascere, sapere che sta bene, preparare tutto per il suo ritorno trionfale a casa e poi… E poi il buio più totale, non lo porti più in grembo e non lo potrai nemmeno più abbracciare, non so descrivere il dolore immenso che mi sta lacerando, sapere che stava bene credendo che stesse in buone mani e poi ritrovarmi a non avere più nulla, solo il dolore, la rabbia verso chi me l’ha portato via ancora prima di poterlo prendere in braccio, é un dolore ingestibile».

Poi, la speranza che le indagini facciano chiarezza: «Chi ha sbagliato la pagherà molto cara, so solo che la mia povera stellina l’hanno fatta soffrire chissà quanto, solo il pensiero mi lacera. Scoprire la verità non mi aiuterà a riportarlo indietro ma almeno saprò come sono andate le cose e per lui sarà fatta giustizia. Chiedo scusa a chi mi sta cercando in questi giorni e non rispondo ma capitemi, ho un dolore ingestibile dentro e non riesco nemmeno a parlare».


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28 settembre 2025 ( modifica il 28 settembre 2025 | 12:39)