Agatha Christie è l’autrice più venduta al mondo, ben due miliardi di libri, tradotta in più di cento lingue addirittura in swahili, e, se ci pensiamo, è anche la serial killer più letale visto che nelle pagine dei suoi romanzi, racconti gialli e lavori teatrali ha sterminato centinaia di vittime, la maggior parte in maniera molto crudele.
L’immagine iconografica della scrittrice che ci è stata tramandata invece è quella di una dolce nonnina con collana di perle, l’impeccabile permanente e una tazza di tè in mano che degusta seduta in un giardino lussureggiante dove sicuramente ha appena finito di mettere a dimora dalie e tulipani. Lei stessa si è sempre definita con modestia una semplice casalinga, affermando candidamente di scrivere “romanzetti” solo per divertirsi. Eppure, qualcosa non torna.
L’avevo già intuito facendo ricerche per il mio libro Cronache del Paradiso: all’affascinante dark-side poco conosciuta della giallista inglese avevo dedicato un capitolo. La creatrice di Miss Marple e di Hercule Poirot era molto più moderna e spregiudicata di quello che ha voluto farci credere. Non solo perché è stata una delle prime donne a surfare sulle onde delle isole Hawaii e a sposare in seconde nozze un uomo di 14 anni più giovane di lei, l’affascinante archeologo Max Mallowan. A suo parere il marito migliore per una donna perché «più lei invecchia, più lui la troverà interessante».
Serena Dandini (foto di Gianmarco Chieregato).
A restituirci una biografica completa e appassionata e molto ben documentata di Agatha è arrivato in libreria La vita segreta di Agatha Christie di Lucy Worsley (Salani editore), un libro imperdibile non solo per tutti gli appassionati come me della scrittrice, ma anche per chi ama la storia inglese e certe atmosfere respirate guardando serie come The Crown e Downton Abbey.
“La vita segreta di Agatha Christie” di Lucy Worsley (Salani editore).
La vita della Christie ha abbracciato due guerre mondiali, è stata movimentata e affascinante al pari dei suoi romanzi, e anche a tratti misteriosa. Mi riferisco naturalmente all’episodio ormai mitologico della sua scomparsa nel 1926, quando per undici lunghi giorni di Agatha si è persa ogni traccia e persino Arthur Conan Doyle in persona partecipò alle sue ricerche insieme a Scotland Yard.
Lucy Worsley ha indagato tutti i risvolti di quella intricata vicenda, come ogni altra piega della sua esistenza, senza trascurare i lati più profondi e letterari, regalando ai lettori un ritratto umano e pieno di sense of humor di una delle più grandi narratrici del Novecento.
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