(di Francesco Gallo) “La violenza di genere appartiene a tutte le società, è un tema transculturale, universale e urgente da portare al pubblico soprattutto in questo momento storico.
Tanto più oggi con la morte di Charlie Kirk che era un rappresentante estremo dell’America cattolica fondamentalista in cui le donne sono vittime”. Così Francesco Costabile, regista calabrese 44enne, a proposito del suo film Familia, appena scelto dall’Italia come candidato alla selezione all’Oscar come miglior opera straniera. Il film, già alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 nella sezione Orizzonti, si ispira al libro Non sarà sempre così di Luigi Celeste, che nel 2008 uccise il padre dopo anni di violenze domestiche. Nel cast Francesco Gheghi, premiato come miglior attore nella sezione Orizzonti, Francesco Di Leva, Barbara Ronchi e Tecla Insolia. Dice ancora Costabile: “Quando mi hanno chiamato ho pensato a uno scherzo telefonico, ero incredulo, quasi scioccato. Certo, candidarlo è stata una scelta coraggiosa, forse dovuta a un tema assolutamente contemporaneo e necessario anche per il mercato americano”. E, va detto, si è trattato di vero coraggio da parte della commissione dell’ Anica candidare questo ‘piccolo, grande film’ che, tra le difficoltà da affrontare, ha quella non da poco di non avere una distribuzione americana, anche se Giampaolo Letta, Ad di Medusa, spiga: “Siamo consapevoli delle difficoltà, ma ce la metteremo davvero tutta perché Familia venga visto, apprezzato e considerato negli Usa”.
Intanto l’opera seconda di Costabile ha battuto candidati molto quotati come Duse di Pietro Marcello, Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi (che però potrebbe rientrare anche grazie a Mubi nella categoria documentari), Le assaggiatrici di Silvio Soldini e Diamanti di Özpetek. Se Familia dovesse poi rientrare nella shortlist dei cinque titoli (lo si saprà il 22 gennaio 2026), potrebbe sicuramente trovare due avversari come dal forte sapore politico come ‘The Voice of Hind Rajab’ di Kaouther Ben Hania, fresco Leone d’argento a Venezia, ma per molti vincitore morale di quello d’Oro, scelto come candidato dalla Tunisia, e l’opera di Jafar Panahi, Un Semplice Incidente, candidato dalla Francia e, a detta di molti osservatori, la migliore occasione degli ultimi trent’anni per il cinema francese di conquistare il premio.
“The voice of Hind Rajab l’ho visto ed è assolutamente un film importante, al di là di ogni tipo di giudizio perché fa arrivare a tutti la tragedia dei palestinesi e fa parte poi di quei film, come d’altronde Familia, che sono strumenti che ci aiutano a portare nelle scuole temi difficili” dice ancora il regista che continua ad insegnare Grafica in un istituto tecnico di Bologna. Dalle proiezioni fatte in Usa, in Giappone, Brasile e in molti paesi europei, spiega Costabile, “quello che mi ha davvero colpito è il fatto che molte spettatrici di queste parti del mondo si sono riconosciute in questa storia. Una cosa importante questa perché vuol dire che il cinema è ancora in grado di smuovere le cose e cambiarle”.
Familia “esprime la forza del nostro cinema nel raccontare storie universali: capaci non solo di emozionare e coinvolgere il pubblico in ogni parte del mondo ma anche di dare voce a chi troppo spesso resta invisibile, affrontando con coraggio i diritti negati all’infanzia e alle donne. Con l’augurio che il nostro lavoro possa accendere una speranza e dare forza a chi denuncia e chiede giustizia”, commentano i produttori di Tramp Limited, in collaborazione con Medusa Film, Indigo Film e O’Groove.
Stasera, conclude Costabile, “andrò a festeggiare con autori e produttori. Da domani inizierà un lungo viaggio e mi affiderò a chi ha creduto in questo film, in primis al produttore Nicola Giuliano, che ha esperienza, avendo già vinto un Oscar con La Grande Bellezza”. Nel futuro? “Un film che chiuderà finalmente la mia trilogia sulla violenza”
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