Alla sfilata Giorgio Armani primavera estate 2026, dal nome Pantelleria, Milano, che ha chiuso la Milano Fashion Week, va in scena l’ultimo capitolo disegnato dal grande couturier
L’amata Pantelleria, Giorgio Armani la descriveva come un «altrove materializzato». Di Milano, diceva, invece, di averne fatto «la mia città eletta, quella dove vivo e lavoro. Sento di farne parte esattamente come lei fa parte di me».

Giorgio Armani primavera estate 2026
Vogue Runway
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La sfilata Giorgio Armani primavera estate 2026, che chiude la Milano Fashion Week, non poteva che essere un omaggio non solo a uno stile eterno ma anche ai due importanti luoghi che più hanno ispirato il couturier, mancato lo scorso 4 settembre.
La collezione, l’ultima alla quale ha lavorato personalmente Re Giorgio, si chiama infatti Pantelleria, Milano e rappresenta una sorta di testamento di stile che Armani ha voluto dedicare a tutti noi. Un ciclo che si chiude, ma desideroso di aprirne nuovi.

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La sfilata Giorgio Armani primavera estate 2026 va in scena alla Pinacoteca di Brera, sotto un cielo serale illuminato dalla luce soffusa delle lanterne e sulle note live di Ludovico Einaudi
La scelta di questo quartiere meneghino – e luogo dove ora è in scena fino all’11 gennaio 2026 la mostra Giorgio Armani. Milano, per amore – non è casuale. Qui lo stilista ha sempre vissuto e lavorato, a parte per i suoi intervalli nell’amata isola di Pantelleria, dove i contrasti di rocce e mare l’hanno ispirato in ogni collezione disegnata, oltre alla creazione del profumo cult Acqua di Giò.

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Tutto, a Pantelleria, appare fluido e leggiadro, seducente ed energico ma dall’anima pura. In perfetta linea con l’idea “armaniana” dell’abito in armonia con la persona: i tessuti scivolano sulla pelle con eleganza, i completi e gli abiti sono eterei e le linee sono inconfondibilmente allungate. C’è poi il contrasto della città meneghina, a tinte greige e dalle fattezze sartoriali. Ieri come oggi impeccabili.

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E così fa questa sfilata, che scivola dal giorno alla notte, dal rigore della città alla fluidità isolana, in un racconto di colori tra palette urbane e sfumature mare passando per nuance orientali, in una storia di luce che difficilmente dimenticheremo
Il carattere senza tempo del tocco Armani lo si riconosce in ogni cucitura, modello di vestito e colore – anche il viola, dai suoi viaggi in Oriente – che ha appena sfilato. Con l’immancabile firma del suo paradosso: «un gesto stilistico forte, espresso attraverso abiti che non hanno peso, di un’eleganza leggera che si fa ricordare».

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La collezione dall’eleganza innata – parte dai look di apertura sui toni candidi e termina con un abito speciale, l’ultimo, tutto scintillante, con stampata l’effige di Giorgio Armani (la stessa, scelta da Vogue Italia per la cover speciale del numero di Ottobre) al centro, che brilla come nel firmamento – è una scelta, personale del Re, di darci il suo ultimo arrivederci.