Prima è entrato il figlio chiedendo aiuto e poi subito dopo il padre che non riusciva ad articolare le parole. L’uomo, un sessantenne romano, residente ad Acilia, è stato salvato nella farmacia di Largo Girolamo da Montesarchio venerdì mattina quando negli stessi minuti, dall’altra parte della città, in via Ugo Ojetti a una donna con dei dolori al petto è stato diagnosticato un infarto in corso. Due storie di persone con fatti acuti salvate nelle farmacie della Capitale a riprova di come – «pur non essendo assolutamente dei pronto soccorso – come ricorda il presidente di Federfarma Roma Andrea Cicconetti – le farmacie rappresentano dei presidi utili al territorio». Partiamo allora da Acilia per dar prova di come davvero tutto possa cambiare in pochi minuti e non necessariamente segnando poi un epilogo nefasto. «Grazie per aver salvato mio padre», dirà poi il figlio. «Era metà mattina quando un ragazzo è entrato di corsa chiedendo aiuto per il padre che non respirava – racconta Alberto Angelini titolare della farmacia – subito dopo è entrato anche l’uomo, era molto agitato, parlava male, il figlio diceva che aveva avuto una reazione allergica e così la dottoressa in servizio gli ha somministrato subito tre milligrammi di Bentelan chiamando il 118».

LA COLLABORAZIONE Ma pur con il cortisone l’uomo non migliorava, al contrario. «Sudava acqua – prosegue Angelini – poi si è accasciato, la collega era sempre in contatto con il 118 e abbiamo attivato una triangolazione telefonica che ha unito nella conversazione anche un medico rianimatore. Chiedevamo a quale distanza si trovasse l’ambulanza e ci rispondevano a circa tre chilometri così lo specialista ci ha detto di prendere subito i parametri vitali, ovvero la saturazione dell’ossigeno, il battito e la pressione». La situazione era drammatica: la pressione non saliva, il battito e la saturazione erano completamente irregolari. «Quell’uomo era scompensato – aggiunge ancora il titolare della farmacia – così il medico dell’ambulanza che nel mentre si era avvicinata ma era ancora a circa due chilometri di distanza sentendo la situazione ci ha ordinato per ben due volte di somministrare l’adrenalina». Una pratica questa di emergenza che deve essere svolta da un medico ma che se non fosse stata fatta, l’uomo sarebbe quasi certamente morto. «La mia collega di fronte all’ordine perché così lo posso definire del medico del 118 ha titubato, ma poi lo specialista ce lo ha ripetuto per ben due volte e così abbiamo fatto iniettando l’adrenalina a quell’uomo che dopo poco si è poi ripreso». Nel mentre l’arrivo dell’ambulanza, la presa in carico del paziente che è stato poi trasferito in ospedale cosciente e vigile.
Proprio negli stessi attimi in via Ugo Ojetti 108 una donna veniva salvata da un infarto in corso. «È entrata chiedendo di poter fare un elettrocardiogramma – spiega Fabrizio Muzi, titolare dell’omonima farmacia – perché la notte si era sentita poco, avendo noi il servizio di telemedicina a pagamento, abbiamo provveduto ad eseguire l’esame inviandolo in tempo reale a un cardiologo collegato a distanza. Solitamente le risposte arrivano dopo qualche ora ma questa volta il medico, vedendo il tracciato, ci ha chiamato dicendo di allertare subito il 118 perché la signora aveva un infarto in corso». Da qui l’arrivo dell’ambulanza e il salvataggio di un’altra persona. «In quei pochi minuti di attesa – conclude Muzi – la donna ci ha raccontato che aveva già avuto un infarto e che, sentendosi poco bene la notte, aveva pensato di sua iniziativa di fare un elettrocardiogramma in farmacia». LA RETE Uno stesso giorno, due fatti acuti, due persone salvate grazie anche a quella rete e al progetto di telemedicina attivo da tempo nelle farmacie con un’unica nota dolente: il servizio per elettrocardiogrammi, Holter pressorio e cardiaco è a pagamento. «Il servizio di telemedicina è attivo in più di mille farmacie sulle 1.700 totali del Lazio – conclude Cicconetti – a prescindere da questi due episodi, è bene dire che la farmacia non deve essere confusa con un pronto soccorso perché è un luogo di accoglienza e di supporto ma è chiaro che aiuta. I servizi che abbiamo sempre caldeggiato e che sono poi lo screening colon rettale e le vaccinazioni fra cui quelle per il Covid. In vista della prossima campagna antinfluenzale abbiamo aumentato le scorte da 60mila dello scorso anno alle 80mila di oggi, abbiamo fatto ricognizioni sul diabete non noto e riconciliazione farmaceutica, ovvero questionari ai cittadini sulla broncopneumopatia cronica ostruttiva per chiedere se stessero seguendo la terapia e in che modo per poter aggiornare poi i medici curanti. Sulla telemedicina siamo però fermi perché i servizi vengono offerti alla clientela a pagamento diversamente da altre Regioni dove c’è la copertura del Servizio sanitario nazionale. Rivolgiamo un appello alla Regione poiché ci sono dei fondi già stanziati dal ministero della Salute oltre a una delibera della giunta regionale già approvata che permette alle farmacie di effettuare la telemedicina sotto la copertura del Servizio sanitario nazionale».


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