Ol comunicato dell’assemblea dei lavoratori parla di «fiducia irrimediabilmente compromessa» nei confronti del soprintendente del Teatro La Fenice Nicola Colabianchi, che pure difende la scelta, definendo Venezi «un talento capace di attrarre sponsor e nuove partnership» e assicurando che si tratta di «un investimento sul futuro del teatro».

Le proteste non si limitano ai volantini: per il 17 ottobre, giorno della prima di Wozzeck di Alban Berg, è già stato annunciato uno sciopero. Intanto, decine di abbonati hanno disdetto la stagione e sui social il teatro ha già perso centinaia di follower. Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, presidente della Fondazione, che tenterà di mediare fra le parti. La vicenda ha acceso il dibattito politico. C’è infatti chi legge nella nomina un favore alla premier Giorgia Meloni (Beatrice Venezi è stata consigliera per la musica dell’ex ministro Sangiuliano e premiata da Fratelli d’Italia nel 2021).

Solidarietà ai musicisti veneziani è arrivata anche dal Teatro Regio di Torino, che ha denunciato il «metodo opaco» della nomina e ha rivendicato il diritto dei lavoratori a essere ascoltati.

Per ora la diretta interessata Beatrice Venezi, che dopo la nomina aveva promesso di «onorare l’incarico», ha scelto il silenzio. Ma il clima resta indubbiamente teso, come dimostrano anche le numerose critiche apparse sul profilo social della direttrice musicale de La Fenice, segno di grande malcontento anche nel pubblico e non solo tra i membri dell’orchestra. Ora non resta che attendere il prossimo atto.