Coulibaly porta avanti i pugliesi, Orsolini e Odgaard la ribaltano ma all’ultimo spunta la testa del classe 2008 in prestito dal Milan. Tre legni dei padroni di casa

Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

28 settembre 2025 (modifica alle 21:50) – LECCE

Tre pali, la protesta per un contatto in area (Ferguson-N’Drie), una gara piena di molte belle cose ma soprattutto la fiammata finale che mette a posto tutto per un risultato che è lì, solido e corretto: ci sta. E’ giusto. La faccia felice del Lecce è di Francesco Camarda, un colpo feroce e da adulto di testa all’ultimo secondo capace di rimettere i salentini dentro la gara in un finale bellissimo: il Lecce fugge, viene ripreso e sorpassato e poi si attacca al suo centravanti al quale Di Francesco chiede la missione più dura. Missione compiuta. Italiano sfiora quella vittoria in trasferta che manca dal 29 marzo: niente, nemmeno stavolta. Sul risultato – oltre ai legni – pesano non poco le parate di Skorupski, ancora una volta “on fire” ma non in quell’ultimo secondo in cui Miranda si perde completamente il prestito (con diritto di riscatto e controriscatto) del Milan, indiavolato e impietoso. Due a due all’ultimo tuffo ed è corretto così. 

Lecce alla I—  

Italiano fa finalmente esordire l’inglese Rowe, mantiene Skorupski in porta (niente Ravaglia), fa riposare Freuler mentre Dallinga ha la sua occasione dal 1’ come Holm che per via di un infortunio non aveva ancora toccato campo in Serie A (ma in Europa League sì, al Villa Park): rispetto alla gara di Birmingham ne cambia ben otto. Di Francesco – che al pronti-via è ultimo in classifica – spiana il suo consueto 4-3-3 con Berisha al posto di Sala e il tridente Pierotti, Stulic, Morente. Il “Via del Mare” è bagnatissimo da una pioggia che ha cominciato a scendere in maniera insistente dalle 16, campo che comunque tiene e migliora col tempo di pari passo con l’arrivo del sole pre-match. L’inizio è un mini acuto del Bologna (palla persa da Kouassi, Rowe s’infila in area e Falcone spazza il diagonale al 3’) poi c’è tanto, tantissimo Lecce: al 13’ un’azione che parte da Gaspar, arriva a Gallo, cross per Pierotti che colpisce di testa con parata di Skorupski, palla ancora a Berisha, caos fra Miranda (soprattutto) ed Heggem, regalino a Coulibaly che scarta la confeziona e mette in rete con grande comodità il vantaggio salentino. Il Bologna, ancora una volta, non parte feroce, la gamba gira il giusto e il Lecce lo capisce: Di Francesco ha usato il tema-Italiano, ovvero aggressione subito e ripartenza veloce verso la porta avversaria; al Bologna ancora non riesce. Al 18’, uno-due leggibile dei giallorossi, palla a Morente sul quale Lucumi mette il piedone per una deviazione che fa finire il pallone sulla traversa. Il Lecce sbaglia ben poco ed ha una avvio “on fire”, il Bologna sembra imprigionato dall’inconcludenza oltretutto con sviluppo ingarbugliato. 

Orso sorpassa Beppegol—  

Ma il Bologna ha il merito – per la prima volta – di non accettare quella statistica che lo voleva senza gol nelle prime 5 gare fra A ed Europa. Da una superficiale rimessa laterale del Lecce (di Gallo sulla testa di Stulic), il Bologna torna in possesso-palla con quell’aggressione – appunto – by Italiano: Ferguson, Rowe che vede l’opzione centrale come assist, palla bella e Dallinga che la arpiona, se l’aggiusta e da dietro arriva Kouassie a colpire nel retropiede: rigore chiaro che Fourneau vede subito, in tempo reale, non serve il Var, Orsolini va sul dischetto e segna il gol numero 68 in rossoblù in Serie A, uno più di Signori, e il terzo della stagione. Incespicato e confuso fino a lì, ci pensa sempre lui: dischetto impietoso. 

Sei cliente diretto DAZN? Per te Gazzetta Digital Edition senza costi aggiuntivi.

Ribaltone e lampo—  

Il Lato B del match comincia come il Lato A: Lecce davanti e avanti, fino a quando un’azione di Gallo sulla sinistra diventa una palla d’oro per Coulibaly che colpisce il palo al 15’. Di Francesco continua ad armare i suoi, entra Bernardeschi al posto di Orso (un po’ stupito, pare) e regala un pallone a Gallo che solo Skorupski riesce a neutralizzare in uscita da superman quale è negli ultimi tempi e dopo il rigore parato al Villa Park. Quindi: Lecce in comando, Bologna che cerca la via d’uscita. Italiano scuote tutti: dentro Cambiaghi, Castro e Odgaard: e arriva il pari su azione portata avanti da Bernardeschi e poi Holm con difesa del Lecce tutta schiacciata verso Castro e Gabriel che devìa il tiro del danese che diventa l’1-2. Ora diventa una partitona, perché Di Francesco infila anche Camarda, Banda e N’Drie (sul quale il Lecce chiede un rigore, ma Ferguson pare colpire la palla) per un forcing che porta al terzo palo colpito da Pierotti al 37’. La gara si incattivisce un po’, ma il Lecce sembra il Bologna dei bei tempi: non molla mezzo osso, mai. Su angolo di Berisha, Miranda lascia andare Camarda come fosse un ragazzino: ma Francesco un pivello non è. Lampo di testa. Gol, 2-2: giusto così.