La Legge di Bilancio non spaventa solo l’Italia, anche gli Stati Uniti hanno delle beghe interne da affrontare in questo periodo. Infatti, dall’altra parte dell’oceano, Washington si prepara a giorni decisivi. Mentre si avvicina la scadenza del bilancio che potrebbe portare, in assenza di un accordo, a una paralisi delle attività federali, alla Casa Bianca si prepara un vertice destinato a mettere attorno allo stesso tavolo Donald Trump e i leader del Congresso.
Dopo giorni di scambi polemici, cancellazioni improvvise e non sorprendenti dichiarazioni al vetriolo, il presidente ha accettato di ospitare oggi i quattro massimi rappresentanti di Camera e Senato per tentare di evitare lo shutdown. Si tratta di Chuck Schumer e Hakeem Jeffries per i democratici, dello speaker Mike Johnson e del leader della maggioranza John Thune per i repubblicani. Nomi che qui in Italia suonano probabilmente sconosciuti ma che potrebbero far ribaltare le sorti dell’amministrazione Trump.
Il nodo assicurazione sanitaria
Guai nella terra delle opportunità e della democrazia, dove il dibattito è più che mai acceso. Da una parte i democratici chiedono di prorogare i sostegni legati all’assicurazione sanitaria, che altrimenti scadrebbero a dicembre. Dall’altra Trump e i repubblicani spingono per una soluzione temporanea di sette settimane, che rimanderebbe la questione più avanti.
La Camera ha già dato il via libera a una proroga fino al 21 novembre, ma al Senato la strada si è fermata: servono 60 voti e quindi anche il sostegno di alcuni democratici. Tutti i senatori del partito, tranne John Fetterman, hanno scelto di bloccare la misura.
I due democratici Jeffries e Schumer hanno spiegato di voler evitare la chiusura del governo, dicendo che la questione sanitaria non può essere messa da parte.
Il presidente Trump, attraverso Truth Social, aveva bollato le richieste dei democratici come “ridicole” e aveva scritto:
Non vedo l’ora di incontrarvi quando diventerete realistici riguardo alle cose che il nostro Paese rappresenta.
Sabato sera i due leader democratici hanno diffuso una nota congiunta confermando la propria presenza all’incontro.
Musei e parchi nazionali
Stipendi per molti dipendenti pubblici (in congedo forzato)
Attività legate alla sicurezza nazionale e ai controlli doganali
Pagamento delle pensioni
Programmi già finanziati
Ritardi in appalti e progetti pubblici
Minore fiducia nei mercati e rischi per la crescita
Il vertice con i leader democratici
Secondo Politico, Thune e Johnson avrebbero lasciato intendere di essere disposti a parlare dei sussidi legati all’assicurazione sanitaria solo più avanti. Trump, dal canto suo, non dovrebbe avanzare richieste aggiuntive durante la riunione di oggi.
I democratici, invece, hanno sottolineato che senza la proroga dei crediti fiscali dell’Affordable Care Act milioni di persone si troverebbero a pagare molto di più per premi, ticket e franchigie. Ha detto Jeffries:
Se non estendiamo i crediti, oltre 20 milioni di americani subiranno un’impennata dei costi sanitari in un momento in cui la vita è già troppo cara.
Lo shutdown se non si trova un accordo
Se entro la mezzanotte di martedì non sarà approvata alcuna intesa, dal giorno seguente, che coincide con l’inizio del nuovo anno fiscale, scatterà lo shutdown con la sospensione di numerosi programmi considerati non essenziali. A rischio ci sono anche le retribuzioni di centinaia di migliaia di dipendenti federali, questione su cui la Casa Bianca sta esercitando particolare pressione.
Fonti citate da CBS News hanno riferito che lo stesso Trump ritiene probabile la chiusura, e che il presidente vedrebbe nello stop un’occasione per ridurre ciò che definisce sprechi e abusi.