“La scomparsa della dottoressa Maddalena Carta, medico di base in Sardegna, scuote il dibattito politico e mette a nudo le falle della sanità territoriale italiana”. A denunciarlo sono Fabrizio Zingales, segretario cittadino di Azione Barcellona, ed Emilio Puglisi Allegra, vice segretario provinciale di Messina, entrambi medici di medicina generale.
Secondo i rappresentanti di Azione, la vicenda di Carta – che seguiva da sola oltre 5.000 pazienti – è “lo specchio impietoso di un sistema che da troppi anni scarica sulle spalle dei medici di famiglia il peso delle sue falle”.
Fabrizio Zingales
“Medici tuttofare, senza tutele”
Il comunicato sottolinea come i medici di base siano stati trasformati nel “tuttofare del Servizio sanitario nazionale”: incaricati di una mole di responsabilità e doveri, ma senza le garanzie riservate a un normale dipendente.
“Ferie, malattia, sicurezza – scrivono Zingales e Puglisi Allegra – sono diritti elementari che a noi vengono negati, come se fossero privilegi. Solo ai medici di famiglia sembra concesso lavorare fino a cadere, senza limiti, senza protezioni, senza sostegno”.
Una disparità che mette a rischio tutti
Azione denuncia una “disparità intollerabile”, che mette a rischio la vita stessa dei professionisti e, di conseguenza, la salute dei cittadini che assistono.
“In ogni settore la sicurezza del lavoratore è considerata sacra. Solo nella medicina generale si legittima un modello che consuma i medici fino allo stremo, coprendosi dietro la retorica della vocazione e della missione”.
Emilio Puglisi Allegra
“Maddalena non doveva morire così”
Per il partito guidato da Carlo Calenda, la morte di Maddalena Carta non è un caso isolato: “Può accadere ovunque, a Messina come a Bolzano, a Roma come in Sardegna. Perché il modello della medicina generale è stato lasciato in balìa della burocrazia e di riforme calate dall’alto, lontane dalla realtà degli ambulatori”.
L’appello al Governo
Azione chiede un’inversione di rotta: “Basta eroi, basta martiri. Non vogliamo che i medici vengano trasformati in vittime di un sistema inadeguato. Pretendiamo soltanto che siano messi in condizione di svolgere il loro lavoro con serenità, dignità e con tutte le tutele necessarie a chi ricopre un ruolo così delicato e fondamentale”.