Le due vittorie conseguite da Max Verstappen tra l’Italia e l’Azerbaigian hanno rimesso in discussione una dinamica che appariva conclamata, ossia che il titolo piloti finisca in McLaren. Con chi, tra Oscar Piastri e Lando Norris, non è mai stato dato a sapersi. Tuttavia, sembrava che la corona ancora sulla testa dell’olandese fosse destinata a uno tra l’australiano e il britannico.
Intendiamoci, “rimettere in discussione” significa che le probabilità di vedere l’aussie o l’inglese fregiarsi del casco iridato sono passate dall’essere “altissime” a essere “alte“. Tenendo di fronte a sé il lume della razionalità, bisogna ricordarsi come Piastri e Norris mantengano, rispettivamente, 69 e 46 punti di vantaggio su Verstappen.
Soprattutto, non è affatto detto che Super Max possa proseguire nella sua rimonta. Monza e Baku erano piste a basso carico, dunque con connotati particolari. Inoltre, non bisogna dimenticare che in Brianza le MCL39 sono comunque arrivate seconda e terza, seppur a debita distanza dalla RB21. Insomma, il neerlandese genera dubbi e ansie a chi veste il color papaya, ma al momento non si va oltre.
Cionondimeno, nasce una riflessione. Nel 2024, al Team di Woking, andava benissimo vincere “solo” il Mondiale costruttori. Il successo nella classifica riservata alle squadre mancava addirittura dal 1998 e ha rappresentato il primo Iride tout-court dal 2008, nonché il primo successo pesante dell’era Zak Brown. È stato un autentico ritorno al vertice. Un trionfo di squadra che certificava la rinascita di una struttura arrivata vicina alla decadenza, ma capace di risollevare le proprie sorti.
Viceversa, completare il 2025 con il medesimo esito (Mondiale costruttori, ma non piloti) rappresenterebbe una disfatta. La MCL39 è ampiamente la monoposto migliore del lotto e mancare l’affermazione più prestigiosa farebbe passare un messaggio diverso, ossia che la squadra sia in realtà poco concreta, sciupona e incapace di vincere ciò che conta davvero.
Singapore, in tal senso, determinerà il volto del finale di stagione. Perché se anche all’Equatore si dovesse soffrire il ritorno di Verstappen, allora potrebbe tornare di moda un altro tema apparentemente archiviato, quello delle gerarchie interne.
Finora Piastri e Norris sono sostanzialmente stati liberi di giocarsela, seppur restando nel recinto delle ‘Papaya Rules’. Però, se il fiato sul collo del Cannibale Max dovesse farsi più intenso, chi esclude che a Woking non decidano di puntare tutto su uno dei propri cavalli, relegando l’altro al ruolo di gregario? Come detto, non vincere il Mondiale piloti sarebbe una catastrofe sportiva.
Vedremo come evolverà il Gran Premio di Singapore, consci del fatto che il suo esito avrà ripercussioni marcate sull’intenso finale di stagione. Dopo Marina Bay mancheranno ancora sei weekend, di cui tre “appesantiti” dalle Sprint…