Ballando con le Stelle è un programma lunghissimo che, pur attaccandosi subito dopo il Tg1 delle 20 bloccando la messa in onda di Affari tuoi, non riesce mai a chiudere prima dell’una di notte a fronte di un ritmo – diciamolo – sempre molto lento, considerando che le clip introduttive dei concorrenti durano almeno tre volte più delle performance e che spesso, per far parlare tutti, non solo la giuria ma anche le diverse figure a bordo campo (che sono, oggettivamente, tantissime,) si perde il cuore della questione arrivando allo sbadiglio. Dall’altra parte Tu sì que vales ha un dono che Ballando con le Stelle non ha: la trasversatilità. Di fronte a Tu sì que vales si divertono, infatti, grandi e piccini perché quei siparietti e quelle scaramucce intrattengono tutte le fasce d’età, mentre a Ballando con le Stelle gli appunti di Sara Di Vaira e le battute della signora Coriandoli rischiano di interessare alcuni e di escludere altri. C’è, però, un altro punto da considerare: Tu sì que vales ha potuto contare sul traino de La ruota della fortuna che, come scrivevamo qualche riga sopra, è ormai diventato il programma più visto della televisione italiana (va da sé, quindi, che il pubblico prima abbia visto Scotti e poi sia rimasto per vedere quello che sarebbe andato in onda dopo di lui).