Red Bull cerca il post Verstappen

Quando Chris Horner era ancora il team principal della Red Bull e fu accostato alla Ferrari come successore di Mattia Binotto, definì la prospettiva di approdare a Maranello un “calice amaro”, a rimarcare le insidie che nascondeva quel ruolo. Lo stesso adesso si può dire della Red Bull, che ha plasmato la macchina in modo che andasse incontro alle esigenze di Max Verstappen, e con il licenziamento di Horner ha applicato lo stesso meccanismo alla squadra. Diventando, dunque, estremamente dipendenti dall’olandese.

A Milton Keynes stanno facendo di tutto per tenere Verstappen, ma è chiaro che prima o poi il campione del mondo andrà via dalla Red Bull. Sarà quasi impossibile trovarne l’erede, ma Helmut Marko sta seguendo da vicino le prestazioni di Isack Hadjar e la crescita di Arvid Lindblad per capire chi potrà essere il nuovo “volto” del team.

Le parole di Hadjar

Al netto degli ultimi due weekend deludenti, il francese sta rendendo benissimo in Racing Bulls, al punto che in diverse indiscrezioni di mercato è emerso che avrebbe potuto sostituire Yuki Tsunoda, assolutamente demolito nel confronto con Verstappen. Il #6 ha confermato che la Red Bull è un obiettivo ma al momento vuole restare a Faenza: “Quando ho firmato il contratto con la Red Bull quattro anni fa, l’obiettivo era di guidarla, e questo non è cambiato. È sicuramente una prospettiva interessante, mi piacerebbe molto. Al momento sto facendo punti, ma ho ancora molto da imparare. Quindi ha più senso rimanere dove sono“.

I numeri

Hadjar è indicato da più osservatori come l’esordiente migliore di questa prima parte di stagione. Ha totalizzato 21 punti, non certo pochi per un rookie in una Formula 1 che teoricamente “blocca” le prime otto posizioni, essendoci quattro squadre molto più quotate delle altre. Il francese è andato a punti in cinque occasioni su 12, una sola in meno rispetto a Kimi Antonelli, che guida una Mercedes. Proprio con il bolognese Hadjar è stato protagonista di un incidente a Silverstone che ha estromesso entrambi dal GP: insieme a quello dell’esordio di Melbourne sono gli unici grandi errori in gara nell’ambito di un Mondiale finora molto solido.