“Abbiamo avuto dei ritardi a causa di ricorsi amministrativi – ha spiegato il presidente Fugatti – ma riteniamo che, considerati gli elementi di cui oggi disponiamo, compresa l’indicazione importante del Consiglio di Stato, sia necessario proseguire speditamente, dando concretezza al percorso progettuale avviato”.
Gli aspetti giuridici della procedura sono stati illustrati dal commissario Tita, che ha evidenziato come la sospensione della sentenza del Tar da parte del Consiglio di Stato abbia “imposto la scommessa di arrivare con un progetto di fattibilità tecnico economico entro il 5 febbraio (20 giorni prima dell’udienza)”. “Il Consiglio di Stato – ha inoltre rilevato Tita – ha evidenziato alcuni elementi importanti, come il fatto che si tratti di un’opera strategica che gode dei privilegi delle opere commissariali e che le ragioni dei ricorrenti possano essere convertite in indennizzo, dando così un segnale importante sulla rilevanza pubblica del progetto”.
Il Pout, la cui costruzione è prevista tra il 2027 e il 2032, sorgerà in un’area di 15 ettari in via al Desert. Le funzioni da trasferire nella nuova area sono quelle attualmente presenti all’interno dell’ospedale Santa Chiara di Trento, dell’ospedale Villa Igea, presso il Poliambulatorio Crosina Sartori ed ex Ipai e del polo didattico per le professioni sanitarie e della Scuola di medicina e chirurgia.
Il progetto, presentato dall’ingegnere Furlani, prevede di realizzare un corpo in fabbrica sviluppato parallelamente al torrente Fersina, di altezza variabile massima di sei piani, per le degenze e le funzioni ambulatoriali, un elemento elemento di collegamento centrale di altezza limitata e una piastra tecnologica (Pa, sale operatorie, interventistiche e terapie intensive), e una palazzina perle funzioni amministrative. Si aggiungono, poi, la centrale tecnologica e l’asilo nido e, a livello di masterplan, la definizione della collocazione del polo didattico e della torre della ricerca, nonché della struttura per le funzioni sanitarie non ospedaliere.
La superficie ospedaliera sarà di 195.000 metri quadrati; 2.200 metri quadrati saranno quelli per le funzioni sanitarie non ospedaliere. I posti letto potranno arrivare fino a 1.145 unità. Per le degenze medico-chirurgiche vi saranno 548 posti letto (aumentabili fino a 816). Per il Day Hospital saranno a disposizione 105 posti letto (fino a un massimo di 140), suddivisi in 70 camere, mentre per la terapia intensiva area critica vi saranno 91 posti letto. Si aggiungono poi 98 posti per letti tecnici.
Le sale operatorie saranno complessivamente trenta, di cui 19 per l’ambito elezione/urgenza, 2 per il blocco parto, 8 per il “Day surgery” e una per la brachiterapia. Si aggiungono poi 7 sale interventistiche, 11 endoscopiche e 210 tra ambulatori e sale di riabilitazione. All’interno del polo saranno ospitate tecnologie d’avanguardia, tra cui due macchinari per la risonanza magnetica, tre per le Tac, cinque per le radiografie, una per l’esame Cone Beam, quattro per la mammografia, una per la radio farmacia, tre per le Pet (2 Pet Ct e 1 Pet Rm), una per la Spect Ct, un bunker per la Brachiterapia e quattro macchinari per la radioterapia (tre Linac e un Linac Mr).
Per quanto concerne i parcheggi, vi saranno complessivamente 2.200 posti auto, perlopiù interrati.
“Con il lavoro intrapreso – ha concluso il direttore generale Ferro – mettiamo i pilastri di un’opera importante per la comunità trentina. In questo momento, gli operatori stanno contribuendo con gli ingegneri della Provincia a costruire la loro casa. Si tratta di un cambiamento culturale significativo, in quanto si va verso un ospedale che lavorerà per intensità di cura e con un altissimo livello tecnologico”.
Servizio fotografico e video a cura dell’Ufficio stampa
In allegato il documento con le informazioni progettuali e i rendering