Cardiologia

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29 Settembre 2025

Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte in Italia, ma dati epidemiologici indicano un miglioramento nella mortalità. Molte malattie cardiovascolari possono essere evitate intervenendo su comportamenti, stili di vita e aderenza alle terapie

di Redazione Farmacista33

Salute del cuore, Iss: tassi di mortalità in calo. I 5 pilastri della prevenzione

Le malattie del sistema circolatorio restano la prima causa di morte in Italia che nell’85% dei casi è provocata da infarti e ictus. La loro prevenzione si basa fondamentalmente su stili di vita sani (fumo, alimentazione, attività fisica e poco sale) e aderenza alla terapia quando prescritta. Lo suggerisce l’Istituto Superiore di Sanità in occasione della Giornata mondiale del cuore.

Meno decessi negli ultimi anni con differenze tra uomini e donne

In Italia nel 2022 le malattie del sistema circolatorio (malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore) hanno rappresentato il 30,9% di tutti i decessi, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Una fotografia che riflette una tendenza europea e globale: l’Organizzazione mondiale della sanità stima che nello stesso anno 19,8 milioni di persone siano morte a causa delle malattie cardiovascolari, pari al 32% delle morti totali. Nella grande maggioranza dei casi – circa l’85% – si è trattato di infarti e ictus.

Nonostante il peso epidemiologico, la curva della mortalità in Italia mostra segnali positivi. Tra il 2017 e il 2021 il tasso di mortalità standardizzato per malattie del sistema circolatorio si è ridotto dell’11%. Nel dettaglio, la riduzione è stata del 18,3% per le malattie ischemiche e del 14,8% per quelle cerebrovascolari. Anche durante il triennio 2020-2022, quando la mortalità generale è cresciuta di circa 84mila unità a causa della pandemia, il trend di calo cardiovascolare è proseguito. Un risultato che l’Iss attribuisce al miglioramento delle misure preventive, terapeutiche, assistenziali e riabilitative.

L’analisi per genere mette in luce andamenti distinti: negli uomini la mortalità resta trascurabile fino ai 40 anni, per poi aumentare tra i 40 e i 50 e crescere in modo esponenziale con l’età. Nelle donne, invece, l’incidenza si manifesta con circa dieci anni di ritardo, a partire dai 60 anni, accelerando dopo i 70. Con l’invecchiamento demografico, cresce anche la prevalenza delle patologie croniche cardiovascolari, con un impatto sempre più gravoso sul sistema sanitario nazionale.

Il peso dei fattori di rischio

Molte malattie cardiovascolari possono essere evitate intervenendo sui comportamenti e sugli elementi ambientali che ne alimentano la diffusione: tabacco, dieta scorretta, eccesso di sale e zuccheri, obesità, inattività fisica, abuso di alcol e inquinamento atmosferico. Per monitorare la situazione, l’Iss conduce periodicamente il Progetto CUORE, che attraverso indagini dirette raccoglie dati sugli stili di vita e le condizioni cliniche della popolazione italiana.

I dati preliminari dell’Italian Health Examination Survey 2023-2024 segnalano che il rischio cardiovascolare medio stimato a dieci anni è del 7,7% per gli uomini e del 2,6% per le donne. La probabilità cresce sensibilmente con l’età: negli uomini passa dall’1,6% nella fascia 35-44 anni al 16,9% tra i 65 e i 69; nelle donne sale dallo 0,4% al 5,8% nelle stesse fasce di età.

La sorveglianza epidemiologica evidenzia inoltre la diffusione delle principali condizioni di rischio: tra i 35 e i 74 anni, il 23% degli uomini e il 24% delle donne è obeso; il diabete riguarda il 9% degli uomini e il 7% delle donne, con una quota non trascurabile di casi non diagnosticati; ipercolesterolemia o trattamento specifico interessano il 25% degli uomini e il 30% delle donne, e anche qui circa due persone su dieci non ne sono consapevoli. Ancora più elevata la prevalenza di ipertensione: 49% negli uomini e 37% nelle donne, con una sottodiagnosi che tocca il 40% dei primi e il 30% delle seconde.

Cinque pilastri della prevenzione: stili di vita e terapie

In vista della Giornata Mondiale del Cuore, gli esperti dell’Iss ribadiscono l’importanza di semplici ma decisive abitudini quotidiane. Non fumare, ridurre il consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno, privilegiare frutta e verdura, praticare attività fisica regolare e seguire le terapie in caso di ipertensione, diabete o iperlipidemia sono le raccomandazioni chiave.

Come sottolineano Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco, responsabili del Progetto CUORE, le politiche sanitarie possono fare la differenza se riescono a creare ambienti che favoriscono scelte sane, a garantire la disponibilità di cibi salutari e a migliorare la qualità dell’aria. “Solo così – spiegano – è possibile sensibilizzare e motivare le persone a mantenere il proprio stato di salute lungo l’arco della vita”.

“Le politiche sanitarie – commentano Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco, responsabili del Progetto CUORE – che contribuiscono a creare ambienti favorevoli per rendere le scelte sane accessibili e disponibili, nonché a migliorare la qualità dell’aria ed la riduzione dell’inquinamento, sono essenziali per sensibilizzare e motivare le persone a mantenere il proprio stato di salute lungo l’arco della vita”.

Jacardi, strategie europee e locali

Le politiche sanitarie europee stanno rafforzando il loro impegno contro le malattie cardiovascolari attraverso la stesura dell’EU Cardiovascular Health Plan, che punta a integrare prevenzione, diagnosi e gestione in un percorso unitario di cura. In questo contesto si colloca JACARDI – Joint Action on Cardiovascular Diseases and Diabetes – coordinata dall’Iss, che propone un approccio innovativo e intersezionale, capace di considerare non solo i fattori clinici, ma anche quelli sociali, culturali e ambientali che influenzano la salute.

Le Joint Action europee permettono di estendere strategie e buone pratiche dai singoli Paesi al livello internazionale, rafforzando la cooperazione e l’efficacia degli interventi. JACARDI, in particolare, dedica un’attenzione specifica alla dimensione di genere, in linea con le raccomandazioni della Lancet Commission on Women and Cardiovascular Disease, colmando lacune storiche nella tutela della salute cardiovascolare femminile. Un progetto che diventa così catalizzatore di cambiamento, unendo ricerca, innovazione e collaborazione tra Stati membri per ridurre disuguaglianze e rafforzare la salute pubblica in Europa.

Fonte

https://www.iss.it/-/per-avere-un-cuore-sano-dati-stime-e-5-consigli-dell-iss-per-la-prevenzione-delle-malattie-cardiovascolari 

TAG: ISTITUTO SUPERIORE DI SANITà, MALATTIE CARDIOVASCOLARI


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