Alessandro Ballan, l’ultimo campione mondiale dell’Italia, 17 anni fa a Verona nel 2008, non ha dubbi: “Vincerà Pogacar”.
Ballan, anche se Evenepoel può contare sulla spinta dell’oro vinto nella crono, il favorito resta Tadej?
“Sì. Perché vuole riscatto dopo la gara contro il tempo. Cercherà di far pagare a Remco la vittoria della prima gara. Sarà molto divertente assistere alla lotta tra questi due campioni. Poi ci sono gli outsider, Del Toro e Ayuso. E nella lista aggiungo Ciccone”.
Un commento sulla prova in linea femminile?
“Secondo me è stata molto particolare. C’è stato tanto controllo dovuto al fatto che il tracciato era molto duro. E nessuno tra le atlete in gara sapeva come sarebbe arrivata all’ultimo giro”.
Un primo bilancio dell’Italia in questa edizione?
“Non è male. Ci si aspettava di più da Elisa Longo Borghini, ci aveva abituato molto molto bene. Ma alla fine la giornata azzurra ha brillato grazie all’argento junores di Chantal Pegolo. Che, unito all’oro di Lorenzo Finn, spingono in alto il nostro paese. Hanno dato un grande segnale per il nostro movimento”.

(lapresse)

E’ stata la prima volta dell’Africa. Che ne pensa?
“Peccato che la Rai non abbia potuto esser lì, sul posto. Il paese è curato, ho visto tanta passione e tanta gente in strada. Il Ruanda è pronto ad ospitare altri eventi. E soprattutto, presto i loro atleti saranno grandi campioni. L’ondata africana è guidata ora da Biniam Girmay, eritreo, ma presto arriveranno altri corridori forti. Nello sport di resistenza possono fare la differenza. Appena migliorano tatticamente, impareranno ad alimentarsi e a nutrirsi nel modo corretto, vinceranno molto”.
Riavvolgiamo il nastro del passato. Lei ha vinto nel 2008, che effetto le fa quel magico successo?
“Il ricordo del mio Mondiale è sempre vivo. Sono l’ultimo italiano ad aver vinto tra i professionisti. Sono passati diciassette anni. Un tempo lungo. E questo fa capire quanto sia stata bella quella gara”.