La delibera più importante della giunta Sala-bis, quella sulla vendita dello stadio di San Siro (e delle aree circostanti) a Inter e Milan per 197 milioni di euro (meno circa 22 milioni di compartecipazione comunale alle spese), è entrata nel vivo lunedì 29 settembre con la seduta decisiva in consiglio comunale. Con oltre 200 emendamenti da discutere, senza contingentamento, si va avanti fino a notte; ma l’esito è ormai scontato, perché poco prima dell’inizio della seduta Forza Italia ha annunciato che non si metterà di traverso. I “no” perdono dunque tre consiglieri (su quattro: Alessandro De Chirico ha confermato la sua contrarietà) e improvvisamente i numeri si sbilanciano nettamente verso l’approvazione della delibera.
Forza Italia verso la non partecipazione
“Non possiamo certo ignorare i limiti di questo provvedimento, né tanto meno condividerne pienamente i contenuti – ha scritto Letizia Moratti in una nota – ma la nostra responsabilità verso la città ci impone una scelta chiara: evitare che Milano venga paralizzata da contrapposizioni ideologiche o da calcoli politici”, ‘dettando’ la linea di Forza Italia con Alessandro Sorte, segretario regionale del partito (“non vogliamo demolire le opportunità di crescita, bloccare gli investimenti, infliggere un danno ai milioni di tifosi e ai cittadini”).
E Deborah Giovanati, in aula: “Per noi gli interessi dei cittadini e la crescita della città vengono al primo posto. Non ci interessa dare spallate in questa partita perché la posta in gioco in termini di sviluppo economico è troppo alta. Il nostro voto sarà di grande responsabilità”. Resta invece contrario il consigliere Alessandro De Chirico: “Il mio voto – ha dichiarato – sarà convintamente negativo. Un no diverso dagli eco talebani, anche perché sono sempre stato convinto che l’investimento privato sia una grande opportunità per la rigenerazione urbana di un quartiere fortemente depresso e degradato come San Siro”.
Il voto di Fumagalli (Lista Sala)
Senza i 3 forzisti che intendono uscire dall’aula, i contrari nell’opposizione diventano 14. Sommati ai 7 sicuramente contrari della maggioranza, si va a 21 contrari. Diventa ininfluente la decisione del capogruppo della Lista Sala, Marco Fumagalli, che fino all’ultimo non aveva chiarito la sua posizione e che, proprio lunedì, ha infine spiegato che, nel caso in cui Forza Italia uscisse all’aula, voterebbe contro. Altrimenti, con 17 di opposizione compatti sul no, si sarebbe astenuto. Insomma: non avrebbe voluto comunque essere determinante.
Approvata la “white list”
È stato approvato un emendamento presentato dal Partito democratico sull’utilizzo di imprese iscritte alle ‘white list’ per i lavori. Si tratta di una delle richieste del Comitato legalità e antimafia presieduto da Nando Dalla Chiesa, docente di sociologia della criminalità organizzata alla Statale. Il parere di Dalla Chiesa è arrivato “all’ultimo minuto”, alla seduta della commissione antimafia di giovedì 25 settembre, poche ore prima che iniziasse il dibattito sulla delibera. Lo stesso presidente del Milan Paolo Scaroni aveva promesso, domenica 28 settembre, che sarebbe stata intenzione sicuramente del Milan e a questo punto anche dell’Inter stringere un accordo con la prefettura sulla legalità.
I 99 anni di San Siro
Intanto, domenica pomeriggio, centinaia di persone si erano date appuntamento al parco dei Capitani, che verrebbe nei piani di Inter e Milan occupato dal nuovo stadio, per festeggiare il 99esimo “compleanno di San Siro”, inaugurato il 19 settembre 1926 (allora era di proprietà del Milan e ospitava solo le partite dei rossoneri). Al grido “Beppe Sala, svendi casa tua”, i manifestanti hanno esternato la loro contrarietà a una molteplice serie di questioni: il nuovo stadio sul lato di via Tesio, cancellando il parco, ma anche l’operazione complessiva, dove una parte importante (anche nella valutazione economica dell’Agenzia delle Entrate) riguarda l’area che diventerà commerciale, e la data scelta dalla sovrintendenza e dal Comune per far partire il conteggio di 70 anni dalla costruzione del secondo anello: quel 10 novembre 1955, data del collaudo, mentre anche in precedenza il secondo anello era di fatto già pronto (e occupato dai tifosi).
Le parole di Scaroni e Marotta
Paolo Scaroni, presidente del Milan, a margine dell’incontro Milan-Napoli vinto dai rossoneri, si era detto “fiducioso che il consiglio comunale prenderà una decisione saggia e varerà un nuovo stadio”. Beppe Marotta, presidente dell’Inter, aveva detto di confidare “nel buon senso della classe politica milanese perché sappia cogliere un’occasione unica”.