Perché l’orchestra e i lavoratori della Fenice hanno preso di petto questa nomina? Lo spiega Marco Trentin, musicista dell’orchestra e membro della Rsa.

«La signora Beatrice Venezi non l’abbiamo mai vista a teatro, tranne a un evento privato della Generali, senza pubblico durante il Covid, con un piccolissimo gruppo di musicisti e durato molto poco. Nessuno di noi la conosce. È un’anomalia, perché i direttori principali avevano sempre fatto un percorso, avevano lavorato con l’orchestra, ci eravamo presentati e conosciuti. L’alto livello richiesto va verificato anche sui rapporti umani oltre che artistici».

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Una motivazione prettamente artistica, dunque.

«Sono anni che non abbiamo un direttore principale, l’ultimo era stato Diego Matheuz, che era giovanissimo ma con un curriculum di tutto rispetto, che aveva suonato con l’orchestra da ospite e poi si era fatto conoscere e apprezzare. Poi per oltre 10 anni abbiamo collaborato con Chung che è uno dei più grandi direttori al mondo, che ha svolto questo incarico anche se non in modo formale. È anni che chiediamo un direttore principale e quello deve essere il livello. La Fenice merita un direttore musicale di altissimo livello e non possiamo avere mezze misure. La signora Venezi, che rispetto e non giudico, forse non rispecchia ciò che meritano il teatro, gli abbonati, la città, il mondo».

E ora, che succede?

«C’è uno stato di agitazione e le norme indicano che la direzione dovrebbe iniziare la procedura di raffreddamento e convocarci per verificare il punto di caduta. A tutt’oggi non abbiamo ricevuto nulla. Sarebbe interessante per noi anche incontrare il sindaco e presidente Luigi Brugnaro, visto che il comunicato della Fondazione diceva che la decisione era stata presa all’unanimità dal Consiglio di indirizzo. Poiché un consigliere ha detto che non è andata così vorremmo sapere la verità. Noi, come lavoratori, comunque non andiamo intenzione di recedere di un centimetro».

Cosa aspettarsi?

«Se la situazione non si risolve ci saranno molte azioni anche molto importanti e molto dure. Che il sovrintendente si prenda la responsabilità di quanto potrà accadere».