La festa nell’arena di Pasay City. Le foto di rito con la coppa. Poi tutti a mangiare la pizza. Il cielo è azzurrissimo sopra le Filippine: dopo l’oro della Nazionale italiana femminile di pallavolo allenata da Julio Velasco, domenica ai Mondiali è arrivata la fantastica doppietta con gli uomini guidati da ’Fefè’ De Giorgi. Un successo che parla anche riminese grazie a Nicola Giolito, 49 anni (compiuti da poco) che dal 2021 fa parte dello staff dell’Italvolley maschile. Ex giocatore, poi la lunga carriera da tecnico che l’ha portato ad allenare anche in Russia, Finlandia e Polonia, Nicola da 4 anni è assistente allenatore e preparatore atletico della nazionale maschile di pallavolo.

Che ha sapore ha questa vittoria ai Mondiali delle Filippine?

“Un sapore stupendo. è un’emozione pazzesca. Dopo aver sconfitto in semifinale la Polonia, che è tra le squadre più forti al mondo, sapevamo di aver superato uno scoglio importante e che il successo in finale sarebbe dipeso molto da noi. Ma la Bulgaria ha meritato di arrivare in finale e poteva metterci in difficoltà”.

Invece è finita 3-0 ed è arrivato il secondo titolo mondiale di fila.

“Due Mondiali e un Europeo vinti in 4 anni. Con De Giorgi abbiamo aperto un nuovo, grande ciclo. Ma non dimentico la delusione per come sono andati l’Europeo del 2023 giocato in casa e le Olimpiadi del 2024 a Parigi”.

Come ha festeggiato?

“Non c’è stato molto tempo per festeggiare in realtà – ride – Dopo la premiazione siamo andati a cena, siamo rientrati nell’hotel verso l’una e mezza di notte, poi giusto il tempo di fare i bagagli perché alle 4 dovevamo già ripartire per andare in aeroporto. Festeggerò come si deve a Rimini”.

La sua famiglia l’ha seguita nelle Filippine?

“No, mia moglie e mio figlio sono rimasti a casa, non avrebbero potuto seguirmi. Anche se avessero potuto, ci saremmo visti poco. Hanno fatto grande tifo da Rimini”.

Quando non è via con la Nazionale, dove vive?

“Ho scelto di stare a Rimini con la mia famiglia. È la mia città. è il luogo dove voglio cresca mio figlio Andrea. Non è facile, perché durante l’anno passo almeno 5 o 6 mesi lontano da casa con la Nazionale. Gli impegni sono tanti, è complicato gestire tutto quando hai un bambino di 3 anni. Non è facile per me e soprattutto per mia moglie Olga. Voglio ringraziarla pubblicamente per quello che fa”.

Ha iniziato a giocare a pallavolo a Rimini che aveva 12 anni. E anche la sua carriera di allenatore è partita da qui. Ha progetti per il volley riminese?

“A me piacerebbe fare qualcosa a Rimini, molto. Magari in inverno, quando sono più presente. Dovrei chiedere il permesso alla Federazione, ma non credo ci sarebbero problemi. Solo che non mi è mai stato proposto nulla. Sarà che ci sono poco… Forse si sono dimenticati di me per questo. Ma se mi chiamano, ci sono”.