di
Erica Dellapasqua

Aveva patologie croniche ed era reduce da un trapianto cardiaco. L’uomo viveva in provincia di Latina

Seconda vittima del virus West Nile nel Lazio. Il paziente, di 77 anni, è morto all’alba di oggi 28 luglio all’istituto Spallanzani di Roma. Aveva patologie croniche ed era reduce da un trapianto cardiaco. Dalle prime informazioni che emergono, l’uomo viveva in provincia di Latina, la provincia italiana più colpita, e aveva soggiornato nell’ultimo periodo a Baia Domizia, in provincia di Caserta.

La prima vittima il 20 luglio, Filomena Di Giovangiulio, 82enne residente a Nerola in provincia di Roma e deceduta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi, sempre nella zona di Latina. La donna era stata ricoverata il 14 luglio scorso: aveva febbre e appariva in stato confusionale.



















































Seconda vittima, nel Lazio 28 casi

Al momento nel Lazio, escludendo l’ultima vittima, si contano 28 casi di contagiati accertati. Nell’ultimo bollettino aggiornato, precedente a questo ultimo decesso, la Regione Lazio aveva spiegato che «dei 7 nuovi casi, 2 presentano sindrome neurologica e 5 febbre da virus. Con questi ultimi accertamenti salgono a 28 le conferme diagnostiche di positività di infezione da West Nile Virus nel 2025, registrati in provincia di Latina (26 casi totali, inclusa la paziente deceduta la scorsa settimana presso l’ospedale di Fondi) e in provincia di Roma (2 casi)».

Le città più esposte, in cui si sono registrati contagi, sono Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze, Sabaudia. E, come ha confermato la Regione, 2 casi sono stati anche accertati alle porte di Roma, sul litorale sud nella zona di Anzio e Nettuno.

La concentrazione in provincia di Latina

La concentrazione di contagi in provincia di Latina si spiega con le caratteristiche orologiche della zona: la presenza di canali, paludi, stagni e in generale aree acquitrinose favorisce il riprodursi delle zanzare, vettori del virus di cui sono portatori i volatili. Anche l’inverno mite, hanno detto gli esperti, ha accelerato la schiusa delle larve di zanzara.

Contribuiscono negativamente, ha avvertito il professore straordinario di Igiene all’università Vita-Salute San Raffaele Gianni Rezza, anche la massiccia presenza di cornacchie e gabbiani, essendo gli uccelli «serbatoi» del virus. Che viene quindi traghettato tramite la zanzara comune all’uomo e – è accaduto – anche agli animali.

Le città più esposte, in cui si sono registrati contagi, sono Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze, Sabaudia. Recentemente, due casi sono stati anche accertati alle porte di Roma, sul litorale sud nella zona di Anzio e Nettuno.


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28 luglio 2025 ( modifica il 28 luglio 2025 | 15:15)