Grosso jr subito in gol al debutto da titolare in B col Frosinone, che il papà in panchina riportò in A. In Germania nel 2006 era nel pancione della mamma quando Fabio ci regalò due gol indimenticabili, in semifinale e in finale
Gli stessi riccioli scuri, lo stesso sorriso luminoso, la stessa gioia da “Non ci credo!” urlata in corsa, esattamente come suo padre Fabio, dopo il meraviglioso gol alla Germania nella gloriosa semifinale mondiale del 2006. Filippo Grosso, 19 anni, sabato scorso allo stadio Martelli di Mantova, ha segnato il gol del 3-0. Prima partita in B, titolare, primo gol. Con la maglia del Frosinone che suo papà riportò in A nel 2023. Una gioia da non credere, appunto. Filippo era al Westfalenstadion quel 4 luglio 2006, dentro alla pancia di mamma Jessica. A un soffio dai supplementari, Pirlo imbucò in area una magia e Fabio disegnò una cometa che finì in rete. Dal boato dello stadio e dall’emozione della mamma, Filippo intuì che la vita sarebbe stata una gran bella cosa. Jessica, figlia di un ex giocatore, allenatore, dirigente, tifava nella torcida delle mogli azzurre: “Ma io per la pancia non posso mettermi la maglia di Fabio”. A noi inviati raccontò le sue emozioni e la loro storia. Telefonai a Giacinto Facchetti per parlare di Grosso che la sua Inter aveva appena acquistato. A quel ragazzo dal sinistro fatato e dalle buone maniere, consegnava volentieri la sua antica fascia mancina. Gli piaceva. “Se riesco, vengo a Berlino, così lo conosco e tifo Italia in finale”. Facchetti era in ospedale minato dal male. Non ci riuscì. Si spense il 4 settembre. Tre giorni più tardi venne al mondo Filippo Grosso che ha appena segnato il primo gol da professionista, a Mantova, dove finì la Grande Inter. La vita è questo gomitolo di gioia e di dolore. Sono quasi 20 anni che ci manca la luce di Giacinto.