Henrikh Mkhitaryan, centrocampista dell’Inter, ha parlato ai microfoni del MatchDay Programme di Inter-Slavia Praga
Ciao Henrikh, mi racconti come è nata la tua passione per il calcio?
Il primo pallone me l’ha regalato mio padre quando avevo quattro anni. Da quel momento il calcio non è mai uscito dalla mia vita. Da bambino giocavo più avanti e mi piaceva fare più gol possibili per cercare di imitarlo. Nella mia carriera ho sempre giocato al massimo, dal fischio iniziale alla fine della partita.
Cosa ti ha insegnato il calcio?
La cosa più importante che mi ha insegnato è non fermarsi ma andare sempre avanti e lavorare al massimo per realizzare i propri sogni.
Se potessi “rubare” una qualità a un tuo compagno cosa prenderesti e a chi?
La tecnica di Marcus Thuram: è molto forte e nell’uno contro uno ha una potenza incredibile.
Cos’è oggi l’Inter per te? Quali sono le tre Leggende nerazzurre che metteresti nel tuo podio personale?
Questa è la mia quarta stagione qui, l’Inter oggi è la mia vita, la mia seconda casa. Le mie tre Leggende? Ronaldo, Zanetti e Djorkaeff.
Hai mai avuto un piano B?
Si, avrei potuto fare l’avvocato o lavorare nel campo dell’economia ma il calcio è arrivato presto nella mia vita ed è stato da subito un sogno che ho seguito con forza.
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