La nascita di un figlio dovrebbe essere, nell’immaginario collettivo, un momento di gioia, un sogno che si realizza, un punto di partenza per una vita di coppia ancora più luminosa e coinvolgente. Ma non sempre funziona così. Nei giorni scorsi di fine settembre i carabinieri della stazione di Teolo comandati dal luogotenente Germano Zanco, sotto il coordinamento della Compagnia di Abano, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla parte offesa, a carico di un 50enne di Teolo, ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della compagna convivente.

I carabinieri sempre al servizio delle donne in difficoltà

Secondo l’ipotesi accusatoria i maltrattamenti si sono verificati all’inizio della gravidanza della donna, risalente al febbraio 2024, e che con il passare del tempo, le liti, prima verbali, con qualche accenno di contatto fisico, sono sfociate in violenze fisiche vere e proprie, caratterizzate da spinte e strattonamenti. L’atteggiamento prevaricatorio e aggressivo dell’indagato, spesso accentuato dall’abuso di bevande alcoliche, con ripetuti insulti e espressioni svalutative, ha costretto la donna ad un regime di vita opprimente e doloroso, anche in presenza del figlio minore.

Con il passare del tempo, le condotte dell’uomo, divenute sempre più violente, hanno indotto i vicini di casa della coppia a richiedere l’intervento dei carabinieri per porre fine ad una escalation di maltrattamenti cui la donna è stata costantemente sottoposta. Attraverso l’attività investigativa condotta, che trova fondamento dalla dichiarazioni testimoniali rese dai vicini di casa e dalle annotazioni relative agli interventi eseguiti presso l’abitazione, gli inquirenti hanno rapidamente chiuso il cerchio attorno al presunto autore, consentendo alla Procura della Repubblica di Padova di richiedere ed ottenere dal giudice per le indagini preliminari la misura dell’allontanamento dell’indagato dall’abitazione familiare con prescrizione di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa e l’applicazione del divieto di dimora nel comune di residenza della donna.

Ancora una volta, l’invito che l’Arma rivolge a tutte le donne che stanno vivendo una situazione di disagio fatta di violenza fisica, psicologica, sessuale o economica è «di non esitare a chiedere aiuto. Le istituzioni sono pronte ad intervenire già ai primi segnali di una deriva patologica delle relazioni affettive. Si consiglia di rivolgersi ai carabinieri tramite il numero di emergenza 112 o contattando i centri Antiviolenza che offrono supporto psicologico, legale ed economico alle vittime, tramite il numero 1522, per ricevere consulenze telefoniche 24 ore su 24».