Da lunedì, infatti, su ordine della leadership talebana sono stati interrotti la televisione satellitare, i servizi mobili e a banda larga. Anche il traffico aereo ha subito ripercussioni

Per la prima volta da quando i talebani sono tornati al potere nel 2021, l’Afghanistan si trova ad affrontare un blackout totale dei servizi internet. Media afghani riferiscono che la restrizione, entrata in vigore lunedì, è in linea con il decreto emanato dalla leadership talebana all’inizio del mese per contrastare “attività immorali” online. Il blocco sta impattando sul funzionamento degli aeroporti. Interrotta la televisione satellitare, bloccati i servizi mobili e a banda larga. 

Le ragioni del blackout e l’impatto sulla popolazione

Da un mese, oramai, il governo afgano minacciava di intraprendere azioni concrete per contrastare le “attività immorali” che viziano i precetti inesegnati e preservati dalla leadership estremista. Non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali in merito ma, riporta la CNN, un “sistema alternativo verrà avviato nel Paese per i bisogni essenziali”, ha comunicato il governatore della provincia di Balkh, Haji Zaid,riferendosi ad un ordine arrivato dal leader dei Talebani, Haibatullah Akhundzada. Non tardano ad arrivare le denunce di attivisti e  organizzazioni non governative che per decenni hanno operato nel paese: il rischio è che il paese continui a sprofondare nell’abisso, ma al buio. Da New York Sabena Chaudhry di Women for Afghan Women (Waw), organizzazione afghana che si batte per i diritti delle donne, ha denunciato sulla Cnn di aver perso i contatti con lo staff che vive nel paese. Mahbob Shah Mahbob, un giornalista afghano in esilio, ha affermato che c’è “preoccupazione per l’accesso di persone a contenuti pornografici all’interno dell’Afghanistan” e questo ha spinto i leader ad appellarsi a Internet per impedire “l’immoralità”, riporta l’Indipendent. Un’altra ragione è legata alla donne: bloccare internet impedisce loro di proseguire gli studi attraverso corsi online. Secondo NetBlocks – organismo di controllo di Internet e sicurezza informatica – “la connettività nazionale complessiva registrata lunedì è  inferiore al 14%” e sembra che il taglio alle comunicazioni sia stato intenzionale. Nonostante nel 2024 Kabul abbia pubblicizzato con orgoglio gli investimenti fatti per coprire 9350 chilometri con la fibra ottica e abbia chiesto supporto internazionale dopo i devastanti terremoti che hanno colpito il paese, nelle ultime settimane la connessione ad internet in molte parti del paese è stata lenta e intermittente. 

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Cosa sta succedendo tra i Talebani e gli Stati Uniti

Se considerate le ultime richieste fatte da Donald Trump, il blackout imposto dalla leadership talebana però, potrebbe andare oltre ai “vizi morali”. “Alcune figure chiave dei talebani e di altri gruppi temono di poter essere rintracciati tramite smartphone e Internet dagli occidentali”, ha evidenziato Ahmad Zia Saraj, professore del King’s Centre for the Study of Intelligence, parte del King’s College di Londra. Da un mese oramai, lontano dai riflettori mediatici, sono in corso dei negoziati tra Kabul e gli Stati Uniti (nonostante Washington non riconosca il regime talebano in linea con la politica dell’Assemble Generale delle Nazioni Unite). L’obiettivo di Donald Trump è riprendere il controllo dell’aeroporto di Bagram, base principale delle forze militari americane durante le guerra combattuta per due decenni in Afghanistan, subito dopo il crollo delle Torri Gemelle. Situata a circa 44 km a nord di Kabul, la base è stata conquistata dai talebani poco dopo essere stata abbandonata dagli Stati Uniti durante il ritiro delle forze NATO nell’agosto 2021. “Vogliamo riavere quella base”, ha detto il Presidente durante una conferenza stampa il 19 settembre, definendola una delle più grandi basi aeree del mondo. “Uno dei motivi per cui vogliamo riavere la base è perché si trova a un’ora di distanza da dove la Cina produce le sue armi nucleari. Stanno succedendo molte cose”, ha aggiunto. La base, oltre alla sua posizione strategica, ha due piste e oltre 100 postazioni per aerei da combattimento, un ospedale con 50 posti letto e hangar pieni di materiali di consumo. Una delle due piste è lunga 3600 metri. Il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha liquidato la richiesta sottolineando che la leadership di Kabul non accetterà che altri stranieri si insedino di nuovo nel Paese. 

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