Due nuovi rapporti sono stati diffusi dall’OMS nel settembre 2025 sulle condizioni della “salute mentale” nel mondo.
Nel “World Mental Health today e Mental Health Atlas 2024, sono riportati numerosi dati che dovrebbero riflettere lo stato di salute mentale dell’intera popolazione mondiale.
Secondo l’OMS la salute mentale è una componente essenziale del benessere e della sostenibilità ma rimane quasi ovunque un settore trascurato della salute pubblica, in particolare dell’area giovanile.
Secondo gli studi, nel mondo una persona su sette presenta disturbi mentali (14% della popolazione mondiale), che colpiscono soggetti di ogni età e livello di reddito. Essi rappresentano la seconda causa di disabilità a lungo termine.
APPROSSIMAZIONI EPIDEMIOLOGICHE
Molti dati epidemiologici che si riferiscono alla salute mentale sono da considerarsi approssimativi. Fornire numeri certi non significa di per sé garantire una valutazione statistica e soprattutto da una sorveglianza adeguata. Questo succede quando consideriamo universalmente una problematica mentale allo stesso modo di una patologia cronica organica (in malattie non trasmissibili) .
Il disagio mentale è stato valutato con i mezzi epidemiologici che risentono di numerosi bias. Questo non inficia il valore della ricerca ma mette in evidenza un elemento sostanziale, ovvero l’approssimazione diagnostica.
I dati degli studi dell’OMS sono ricavati da appositi questionari ATLAS compilati dai responsabili delle singole “Regioni”.
Senza entrare in una accurata valutazione metodologica i maggiori fattori confondenti sono la mancanza di una anagrafe o di fascicoli sanitari in molti paesi coinvolti nell’indagine e una diagnostica assente o non omogenea.
La sorveglianza attuata nell’anno 2024 ha coinvolto 144 stati (erano 171 nel 2020). Le aree più popolate (India, Cina, Africa) presentano i maggiori limiti nei rilevamenti clinici.
RISULTATI
Il genere più interessato dal disagio mentale è quello femminile 14.8%, mentre quello maschile è intorno al 13%.
La fascia d’età più colpita (17%) è quella dai 40 ai 49 anni.
Le patologie più frequenti sono quelle ansioso-depressive. Le altre patologie prese in esame sono: schizofrenia, disturbi bipolari, disturbi del comportamento alimentare, disturbi dello spettro autistico, disturbi dello sviluppo cognitivi, disturbi comportamentali e ADHD.
Si sta assistendo a un aumento progressivo dell’incidenza nella fascia d’età pediatrica e adolescenziale.
Il 7% dei bambini (5-9 anni) è colpito da problematiche mentali, mentre nella fascia 10-19 anni si arriva al 14%.
Le problematiche più frequenti nei giovani sono: l’ADHD, lo Spettro autistico (più maschile), disordini alimentari (più femminile), disturbi dello sviluppo cognitivo e i sintomi bipolari.
Sono 57 milioni i soggetti che presentano patologia di demenza (Alzheimer, disturbi neuro-cognitivi vari).
LA PANDEMIA
Durante la pandemia c’è stato un incremento significativo dei problemi mentali, in particolare quelli depressivi (+29.8% nelle donne, + 24.0% negli uomini). Le sindromi ansiose sono aumentate rispettivamente del 27.9% e del 21%.
L’incremento del disagio mentale è stato rilevato in particolare nel genere femminile e tra i giovani.
Nonostante i fattori di rischio così aumentati (isolamento, solitudine, violenze domestiche, abuso di alcolici, perdita di lavoro e problemi economici, riduzione dei supporti medici e psichiatrici, peggioramento della salute mentale ecc.), durante la pandemia non non ci sono state chiare evidenze di un aumento del tasso di suicidi.
Uno studio mirato su 33 paesi (compresi quelli a basso reddito) ha dimostrato che i tassi di suicidi rimangono invariati almeno nei primi 9-15 mesi della pandemia. Anzi in alcuni paesi i suicidi sono calati al di là delle aspettative, tranne che a New Delhi e in Giappone.
ALCOLISMO E TOSSICODIPENDENZE
Anche il tema dell’alcolismo è di difficile inquadramento. Tra alcolismo e disturbi psicologici c’è un legame comprovato, così come per le tossicodipendenze, soprattutto correlato con ansia e depressione.
Nello studio leggiamo che 400 milioni di persone (il 7% della popolazione sopra i 15 anni) soffre di danni da alcolismo e 64 milioni sono i tossicodipendenti (tabacco escluso) che patiscono danni dalle sostanze tossiche assunte.
In Italia la SIA (Società Italiana di Alcologia) differenzia una problematica alcol-correlata da uno stato di alcol-dipendenza e dal fenomeno dei “bing drinkers” che interessa più l’età giovanile. Anche i consumatori di stupefacenti sono valutati con sistemi differenti e questo porta a una probabile sottostima dei casi.
SUICIDI
I suicidi interessano soggetti di tutte le nazioni e di di tutti i contesti sociali.
Il tasso globale di suicidi è di 8.9 per 100.000 abitanti. Nel 2021 si sono tolti la vita 727.000 persone (circa).
Il 56% dei suicidi interessa soggetti sotto i 50 anni.
Gli uomini si suicidano circa il doppio delle donne e tra i 15 e i 29 rappresenta la seconda causa di mortalità, mentre sia per i maschi che per le femmine è la prima causa di morte tra i più giovani.
LE CURE
il 71% dei pazienti psicotici non riceve cure. Solo il 9% dei soggetti depressi riceve un adeguato trattamento (farmacologico, psicoterapeutico e psichiatrico).
I due terzi dei paesi indagati hanno un servizio di psichiatria ogni 200.000 abitanti.
Le tipologie di cura non sono presenti nel report, se non occasionalmente, si parla genericamente di farmaci psicotropi, antidepressivi, ansiolitici e di cure psichiatriche e di ospedalizzazioni. Inoltre non sono riportati i dati relativi all’efficacia delle cure.
I ricoveri ospedalieri per motivi psichiatrici sono spesso associati a condizioni di povertà e spesso i pazienti vengono trattati con mezzi coercitivi e disumani. Secondo il report Atlas che esamina i ricoveri in psichiatria in 45 paesi, nel 2024, il 49% di questi è stato ricoverato senza consenso.
CONCLUSIONI
Si osserva un incremento progressivo in tutto il mondo delle patologie mentali valutato nello 0.9% ogni decennio. La fascia d’età 20-29 presenta indici di incremento più elevati (1.8%).
All’incremento progressivo dei tassi di malattie mentali possono influire eventi come le guerre, la pandemia Covid19, la povertà, tutti fattori di rischio che favoriscono lo sviluppo dei disturbi mentali.
I soggetti colpiti da disordini mentali hanno una aspettativa di vita minore della media della popolazione. Non sono presenti elementi classificativi diagnostici precisi e quindi i dati provengono sia da soggetti con disturbi mentali che da quelli psichiatrici veri e propri.
Il disagio sociale o culturale è collegato con problematiche mentali viste solo da una prospettiva economica. La carenza di mezzi viene considerata come la causa principale della mancanza di cure nei pazienti con disagio mentale in particolare nei paesi più poveri.
Sebbene molti Paesi abbiano rafforzato le proprie politiche e i programmi di salute mentale, sono quindi necessari maggiori investimenti e azioni a livello globale per ampliare i servizi e proteggere e promuovere la salute mentale delle persone.
La prossima scadenza per orientare le strategie nazionali e promuovere il dibattito globale delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili e sulla promozione della salute mentale e del benessere, si è tenuta a New York lo scorso 25 settembre, a breve analizzeremo i risultati ed i dati che ne sono emersi.