di
Marco Imarisio
In occasione di una festa militare, lo «zar» fa uno strappo al cerimoniale e si mescola per un attimo alla folla. Tutto per far dimenticare ai russi ciò che turba la quotidianità
DAL NOSTRO INVIATO
MOSCA – A metà della prospettiva Nevskij il corteo presidenziale ha effettuato una inversione di marcia. Dall’auto nera al centro della manovra, è sceso per un istante Vladimir Putin, che ha salutato la folla assiepata sui marciapiedi ai lati della strada. Poche volte prima d’ora s’era visto un tale cambiamento di programma, frutto forse di una decisione improvvisa: gli spostamenti del leader russo sono sempre oggetto di una cura tanto scrupolosa quanto ossessiva, e nulla viene mai lasciato al caso.
Ma forse questa volta Putin ha sentito che c’era bisogno di uno strappo, qualcosa di diverso dal solito cerimoniale. Per lanciare un segnale, comunicando che tutto procede bene, business as usual.
Ieri, nella sua San Pietroburgo e nel resto del Paese, si celebrava la giornata nazionale della Marina Militare. Come già lo scorso 9 maggio per gli 80 anni della vittoria nella Seconda guerra mondiale, si è trattato di una festa in parte ridotta.
La tradizionale sfilata di navi lungo il fiume Neva e nella baia di Kronstadt, sono state annullate, dapprima senza alcuna spiegazione, poi «per motivi di sicurezza», come ha spiegato il Cremlino. All’inizio, la municipalità della seconda città russa aveva anche precisato che l’organizzazione dell’evento «non era di sua competenza», e aveva rimosso dai suoi media ogni riferimento a questo evento pubblico, che costituisce una tradizione, non solo a livello locale.
È mancato lo spettacolo, così come a Mosca era mancata la passerella aeronautica, le iniziative più scenografiche. C’è stato il consueto messaggio patriottico da parte del presidente, accolto dal suo vecchio sodale Nikolaj Patrushev, suo ex collega ai tempi del Kgb, tutt’ora voce ascoltata del partito dei falchi ma retrocesso di qualche gradino nella scala del potere con il grado di assistente del presidente e presidente del Collegio marittimo.
L’assenza più grande è stata quella della parola che nomina la causa di queste deviazioni dalla normale quotidianità di un giorno di festa. Come se ci fosse l’indicazione di ignorare la minaccia dei droni ucraini, e il disturbo che ne consegue. Nelle due città vetrine della Russia, i luoghi più protetti della Federazione, il conflitto ucraino deve continuare a essere una vicenda che si svolge in un altrove lontano.
28 luglio 2025 ( modifica il 28 luglio 2025 | 15:57)
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