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Redazione Economia

Aerei civili, robotica avanzata, macchinari, materie prime critiche. L’industria aerospaziale beneficia di un accordo di non belligeranza. Il nodo dei prodotti agricoli, su cui spinge l’Italia. Anche Meloni chiede di chiarire le esenzioni

A festeggiare i dazi zero sono alcuni dei settori più sensibili e ad alta intensità tecnologica: aerei civili, robotica avanzata e macchinari industriali, materie prime critiche. In particolare, l’industria aerospaziale – storicamente segnata dal contenzioso tra il colosso franco-europeo Airbus e l’americana Boeing – beneficia di un tacito accordo di non belligeranza. Ue e Stati Uniti hanno «concordato un dazio zero su una serie di prodotti strategici», ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al termine dell’incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Turnberry, in Scozia, annunciando l’accordo fra le parti sui dazi. 

I settori esentati

«Si tratta di tutti gli aeromobili e le loro componenti, di alcuni prodotti chimici, di alcuni prodotti generici, di apparecchiature per semiconduttori, di alcuni prodotti agricoli, di risorse naturali e di materie prime essenziali. E continueremo a lavorare per aggiungere altri prodotti a questo elenco», ha detto la presidente. Bruxelles riconoscerà alcuni standard tecnici statunitensi nell’automotive. Spazi di flessibilità, seppur calibrati, si estenderanno a tech, AI e criptovalute. Sul piatto Usa anche il rafforzamento dell’impegno europeo negli acquisti di armamenti a stelle e strisce – già delineato nell’intesa sul 5% in ambito Nato -, accompagnato da 600 miliardi di dollari di investimenti oltreoceano e 750 miliardi in forniture energetiche americane, gnl in testa, nei prossimi tre anni.



















































Anche Meloni vuole chiarire i settori risparmiati dalle tariffe

«La base di dazi al 15%, se ricomprende i dazi precedenti, che di media erano intorno al 5% – 4,8% – differentemente da quello che prevedeva il possibile accordo al 10% che sommava i dazi precedenti, secondo me è una base sostenibile. Dopodiché bisogna andare nei dettagli», spiega la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i cronisti prima del vertice Onu sui Sistemi alimentari a Addis Abeba. «C’erano dei settori che erano particolarmente sensibili, come la farmaceutica e le auto, e mi pare siano all’interno del 15%. Bisogna verificare quali siano le possibili esenzioni, in particolare su alcuni prodotti agricoli, quindi ci sono una serie di elementi che mancano. «Bisognerà studiare i dettagli dell’accordo – ripete la premier – bisognerà lavorare ancora sull’accordo perché quello che è stato sottoscritto ieri è un accordo giuridicamente non vincolante, di massima, quindi nei dettagli, su alcune cose bisogna ancora andare, quindi c’è ancora da battersi».

La trattativa sui prodotti agricoli

Sulle «esenzioni» si gioca un secondo un tavolo di trattative. Anche perché il dazio zero è un’ipotesi su cui un po’ tutti i Paesi europei contano. L’Italia, con Spagna e Francia preme ad esempio perché siano salvaguardati i prodotti agricoli e le loro derivazioni (come i formaggi a pasta dura e il vino). Ma la chiusura dell’accordo in sé, è il mood che si respira nell’esecutivo, già basterà a far ripartire l’export che aveva subito una battuta di arresto, dopo la corsa agli stoccaggi iniziali, in attesa di vedere l’esito della trattativa. 

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L’elenco aperto ad integrazioni

L’accordo con gli Usa prevede un elenco di beni «ai quali entrambe le parti
applicheranno un’aliquota tariffaria pari a zero, laddove è nel nostro interesse comune rafforzare i nostri scambi», dice il commissario al commercio Marso Sefcovic spiegando che «è importante rimarcare come tale elenco rimanga aperto a ulteriori integrazioni». 

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28 luglio 2025 ( modifica il 28 luglio 2025 | 15:32)