Due giorni di immersione totale, nel vero senso della parola. La U.W.R. Belluno, appena battezzata “Le Salamandre”, ha fatto il suo debutto ufficiale nel training camp nazionale di rugby subacqueo, allenandosi fianco a fianco con le Nazionali FIPSAS maschile e femminile.

Sedici ore tra piscina e aula, esercitazioni tecniche, partite, teoria e analisi tattica: il battesimo della squadra bellunese è stato intenso e di alto livello. A quasi un anno dal primo incontro organizzato a Belluno, il Club Subacqueo Belluno ha costruito una rosa completa, coinvolgendo atleti e atlete dai team apnea e scuba.

«È uno sport che abbatte barriere», spiegano gli organizzatori. «In vasca si sono tuffati profili dai 16 ai 60 anni: il rugby subacqueo unisce generazioni e background acquatici diversi».

Il training camp è stato diretto da Bobby Chen e Julia Braunegg, responsabili tecnici delle Nazionali FIPSAS. In acqua e fuori, Le Salamandre hanno lavorato con atleti da Milano, Jesi, Valtellina, Firenze e Belluno, affrontando tutti gli aspetti del gioco: fondamentali individuali, sincronismi di squadra, strategie difensive e offensive, gestione del possesso.

Emiliano Ferlin, responsabile U.W.R. Belluno, spiega: «Il rugby subacqueo è tridimensionale: si gioca in vasche profonde, con due canestri sul fondo. La palla affonda, le squadre si affrontano sei contro sei con cambi volanti. Gli atleti alternano apnee brevi ma esplosive: la difficoltà non è la durata, ma l’intensità ripetuta. E la tridimensionalità rende il gioco molto più complesso rispetto agli sport in superficie».

La vasca tuffi da 5 metri della piscina Comunale di Belluno si conferma impianto d’eccellenza, capace di attrarre eventi nazionali. E proprio Belluno potrebbe ospitare il prossimo Campionato Italiano di rugby subacqueo, in concomitanza con Milano-Cortina 2026. Per Le Salamandre, intanto, il progetto continua: più allenamenti, più intese, più ambizioni.