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Una battaglia dopo l’altra, il nuovo film del celebrato regista Paul Thomas Anderson con Leonardo DiCaprio nei panni di un rivoluzionario in declino in paranoia, è al cinema anche in Italia.
Sull’aggregatore di recensioni Metacritic, Una battaglia dopo l’altra ha un metascore di 95 su 100, che lo posiziona in vetta ai lungometraggi di finzione di quest’anno, seguito da Hamnet di Chloé Zhao e Sentimental Value di Joachim Trier. Lo precede di un punto My Undesirable Friends: Part I – Last Air in Moscow, un documentario con sole sei recensioni.
Una battaglia dopo l’altra, la trama e il cast
Si legge nella sinossi ufficiale di Una battaglia dopo l’altra, che in Italia è stato distribuito da Warner Bros.:
Il rivoluzionario in declino Bob (DiCaprio) vive in uno stato di paranoia confusa, sopravvivendo ai margini della società insieme alla sua vivace e indipendente figlia Willa (Infiniti). Quando, dopo sedici anni, il suo acerrimo nemico (Penn) riappare e Willa scompare, l’ex militante radicale si lancia in una disperata ricerca. Padre e figlia dovranno affrontare insieme le conseguenze del suo passato.
Warner Bros.
Una battaglia dopo l’altra è stato scritto e diretto da Paul Thomas Anderson (Magnolia, Il petroliere, Il filo nascosto) con protagonisti Leonardo DiCaprio, Sean Penn e Benicio Del Toro, insieme a Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti.
Il team creativo dietro la macchina da presa include diversi collaboratori abituali di Anderson, tra cui il direttore della fotografia Michael Bauman, la scenografa Florencia Martin, il montatore Andy Jurgensen, la costumista Colleen Atwood, la direttrice del casting Cassandra Kulukundis. Le musiche sono firmate dal compositore Jonny Greenwood.
Su Esquire potete leggere un dialogo tra Paul Thomas Anderson e Leonardo DiCaprio.
Guardo film e gioco a videogiochi, da un certo punto della vita in poi ho iniziato anche a scriverne. Mi affascinano gli angolini sperduti di internet, la grafica dei primi videogiochi in 3D e le immagini che ricadono sotto l’ombrello per nulla definito della dicitura aesthetic, rispetto alle quali porto avanti un’attività di catalogazione compulsiva che ha come punto d’arrivo alcuni profili Instagram. La serie TV con l’estetica migliore (e quella migliore in assoluto) è comunque X-Files, che non ho mai finito per non concepire il pensiero “non esistono altre puntate di X-Files da vedere per il resto della mia vita”. Stessa cosa con Evangelion (il manga).