Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha parlato al World travel and tourism Council, sottolineando il ruolo che il turismo ha nell’economia italiana. Il settore è arrivato a valere 258 miliardi di dollari, il che rende il nostro Paese decimo per impatto assoluto del turismo sul Pil al mondo.

Un dato che è positivo per il settore, ma mostra come l’economia italiana si stia esponendo sempre di più ai rischi che il turismo comporta. Dall’overturism alle paghe basse alla mancanza di valore aggiunto, fino all’esposizione all’instabilità geopolitica internazionale.

Giorgetti celebra il turismo italiano al Wttc

In collegamento al Wttc, Giorgetti ha sottolineato l’importanza del turismo nell’economia italiana:

Il turismo ha avuto un ruolo anticiclico e, per così dire, di stabilizzazione economica. A fronte delle difficoltà sulle catene globali del valore che si sono ripercosse sul comparto manifatturiero, il turismo, insieme ad altre componenti dei servizi, ha sostenuto l’andamento del Pil, registrando una crescita lineare.

Il ministro dell’Economia sottolinea come il settore turistico sia rimasto per lo più al riparo dagli scossoni più recenti a livello internazionale, rappresentati soprattutto dai dazi americani. Anche nel 2025, l’Italia ha registrato un aumento degli arrivi:

La tendenza è confermata dai dati dell’estate 2025: in un quadro internazionale incerto, i soggiorni in Italia sono aumentati del 6,22% rispetto al 2024, con una crescita delle presenze sia italiane sia straniere, distribuite a livello geografico così come per tipologia di struttura ricettiva. Anche il trimestre precedente aveva registrato una crescita del 4,7%, evidenziando la progressiva destagionalizzazione dei soggiorni.

I rischi del turismo

Non è un caso però che Giorgetti utilizzi il termine “stabilizzatore” per descrivere l’impatto del turismo sull’economia italiana. A livello accademico infatti, questo settore non è considerato “trainante”, quindi non è di per sé in grado di spingere la crescita di un Paese. Da una parte, questo presenta dei vantaggi, come sottolineato dallo steso ministro:

Le attività turistiche sono quelle che si caratterizzano per scarse barriere all’ingresso; il costo degli investimenti da sostenere per un neo-imprenditore è, cioè, in termini relativi più basso. Questa caratteristica, unita al senso dell’imprenditorialità che connota gli italiani, ha fatto sì che sempre più persone negli scorsi anni abbiano trovato grazie al turismo nuove, talora insperate, opportunità di lavoro.

Dall’altra, però, il turismo espone le economie che fanno troppo affidamento su di esso a grossi rischi. Le tensioni internazionali, molto comuni negli ultimi anni, possono scoraggiare i viaggi o annullarli del tutto, come avvenuto nel 2022 per i turisti russi in Italia. A livello economico inoltre, il turismo ha un basso valore aggiunto (24.875 euro per addetto, contro gli oltre 56.500 della media dei servizi secondo i dati Istat), crea posti di lavoro soprattutto stagionali, con paghe più basse rispetto alla media.

Le priorità del turismo italiano per il futuro

Nel suo discorso, Giorgetti ha anche individuato tre priorità per il futuro del turismo in Italia, su cui le imprese dovrebbero investire per rimanere competitive in un contesto sempre più concorrenziale:

  • gli investimenti infrastrutturali
  • la formazione del personale
  • la digitalizzazione

Sulle infrastrutture, il ministro dell’Economia ha parlato di investimenti soprattutto sul trasporto. Per quanto riguarda la formazione, Giorgetti ha accennato a una nuova scuola per il turismo, da modernizzare rispetto a quelle attuali. Sulla digitalizzazione, ha sottolineato come gli operatori che negli ultimi anni hanno investito su questo segmento abbiano ottenuto successi maggiori.