Ha confessato Salvatore Ocone, il 58enne, che ieri a Paupisi (Benevento) ha prima ucciso a sassate la moglie Elisa Polcino, poi ha rapito i due figli minori. Cosimo, 15 anni, è stato trovato senza vita nell’auto in un campo a Ferrazzano, in provincia di Campobasso, l’altra figlia è stata trovata in fin di vita. La ragazza, 17 anni, è stata trasferita nel corso della notte alla Neuromed di Pozzilli (Isernia) dove è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico alla testa.

La confessione

“È stata data esecuzione ad un fermo da parte della Procura di Benevento nei confronti di questa persona per duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona. È stato sottoposto a interrogatorio e sui fatti ha reso confessione. Su tutti gli altri particolari della vicenda non è il momento di parlarne, non è opportuno” ha dichiarato il procuratore di Benevento, Gianfranco Scarfò, prima di lasciare nella notte la caserma dei carabinieri di Campobasso dove è stato portato, dopo la cattura, Ocone. “Dobbiamo fare tutti gli approfondimenti – ha aggiunto il magistrato -, sulle motivazioni dobbiamo ancora investigare. Ringrazio i carabinieri di Benevento e di Campobasso, spero che la loro collaborazione sia stata utile soprattutto per una persona che in questo momento è in ospedale”. Ha ammesso tutto Salvatore Ocone: “Sono stato io”. Al termine dell’interrogatorio, durato circa un’ora e mezza, il fermato è stato trasferito nel carcere di Campobasso dove è rinchiuso in una cella singola e sorvegliato: l’uomo è sottoposto a un regime di vigilanza rafforzata da parte del personale penitenziario, misura disposta per garantirne la costante osservazione e scongiurare eventuali gesti autolesionistici.

Il ritrovamento

Quando è stato bloccato dai carabinieri l’uomo era fermo con l’auto nel campo. All’interno il cadavere del figlio e la figlia ancora viva, ma in condizioni gravi. All’arrivo dei militari Ocone, rintracciato grazie all’ausilio degli elicotteri, non ha opposto resistenza. Sul posto è arrivato il medico legale, Massimiliano Guerriero, che ha effettuato una prima ispezione cadaverica sul ragazzo. Nei prossimi giorni sarà comunque disposta l’autopsia per capire meglio la dinamica. “Al momento le indagini sono in corso – ha detto il procuratore di Benevento, Gianfranco Scarfó -. Non sappiamo l’orario esatto della morte del ragazzino, ma certo la vicenda è iniziata a Benevento”.

La sopravvissuta

La ragazza sopravvissuta potrebbe essere stata colpita con violenza, presumibilmente con una pietra e una bottiglia, al termine della fuga del padre verso il Molise. In mattinata Neuromed rilascerà un bollettino medico ma le condizioni della ragazza sono stazionarie e, al momento, non sarebbe in pericolo di vita. Il figlio maggiore di Elisabetta Polcino, è arrivato a casa nella tarda serata di martedì accompagnato dai carabinieri.

La depressione

“Sono stata la prima a entrare. Ho visto il corpo della donna nel letto, a pancia in giù, il cranio rotto. Ho visto che era già cambiato il colore della pelle, era già morta da un po’. L’hanno colpita nel sonno, non si è mossa” una parente delle vittime, la prima ad arrivare. “Lui non stava bene, soffriva di depressione. Non so cos’è successo. So che stava male. Un po’ di tempo fa ha fatto cose strane, una volta si è spogliato ed è andato davanti alla chiesa. Da lì hanno iniziato a curarlo”. Martedì un vicino era stato anche più esplicito: “La famiglia è nota in paese per situazioni di disagio e conflitti ricorrenti, con evidenti problemi sociali e personali. Le urla di lei si sentivano ogni settimana, non è credibile fingere di non sapere nulla. Era una tragedia evitabile. La verità è che quella era una famiglia con gravi problemi, e tutti in paese lo sapevano“.