I carabinieri di Rimini hanno arrestato una coppia di coniugi originari del Bangladesh per aver costretto la figlia poco più che maggiorenne ad accettare un matrimonio combinato nel loro Paese, ma anche per averla segregata in casa, picchiata e drogata. L’operazione è stata eseguita martedì sera in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare, disposta dal gip Raffaele Deflorio, di arresti domiciliari per la madre, 42 anni, e il padre, 55, entrambi cittadini bengalesi residenti a Rimini.

I reati contestati 

I reati contestati dal sostituto procuratore, Davide Ercolani, sono di maltrattamento in famiglia e costrizione ed induzione al matrimonio commessi all’estero. Per questo motivo il provvedimento restrittivo è stato disposto su richiesta della Procura della Repubblica di Rimini con istanza di procedimento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

 

Le indagini 

 

Dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Rimini è emerso che la giovane, arrivata in Italia a 7 anni, lo scorso dicembre era stata costretta con l’inganno a partire per il Bangladesh. I genitori le avevano fatto credere di andare a visitare la nonna malata, ma in realtà avevano organizzato l’incontro con un uomo di dieci anni più grande, che sarebbe dovuto diventare suo marito. La ragazza si era più volte rifiutata ma una volta giunta a Dacca, i parenti le avevano sottratto i documenti e la carta di credito. Sottoposta a controlli continui, minacce e maltrattamenti, era stata costretta a sposarsi e obbligata ad assumere farmaci per favorire la gravidanza e calmanti per piegarne la volontà.
La giovane, costretta a subire abusi, era riuscita però di nascosto a prendere la pillola anticoncezionale. Grazie all’aiuto di un’amica era entrata in contatto con un consultorio del dipartimento Salute donna e con una volontaria di un centro antiviolenza, che l’aveva poi messa in contatto con i carabinieri e la Procura in Italia.
A causa delle difficoltà a rimanere incinta, i genitori avevano accettato di tornare per un periodo in Italia. Nell’aprile scorso, atterrata all’Aeroporto di Bologna, con i genitori, la ragazza è stata subito presa in carico dai carabinieri e portata in una località segreta. I genitori sono stati rintracciati nell’abitazione di residenza e sottoposti agli arresti domiciliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sono difesi dall’avvocata Valentina Vulpinari.

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