di
Aldo Grasso
«Questo Gf è Ultimo tango a Zagarolo senza il genio di Franco e Ciccio, è Arriva Dorellik senza Dorelli»
C’era un solo modo per celebrare i 25 anni del Grande Fratello (Canale 5). Dopo che Alfonso Signorini lo ha vampirizzato e reso esangue, bisognava in qualche modo ritornare alle origini, scegliere con retorica concorrenti sconosciuti («Tantissimi giovani che studiano, che lavorano, che hanno dei sogni realizzati o da realizzare. Pagine di vita intense, sorprendenti, a volte difficili, ma sempre cariche di speranza»), invitare in studio i protagonisti di tre edizioni storiche: Ascanio Pacelli, Cristina Plevani e Floriana Secondi, affidare infine, la conduzione a Simona Ventura.
Ma non si ritorna mai da principio con innocenza. Questo Grande Fratello è la parodia del Grande Fratello (volontaria o involontaria, non importa), è Ultimo tango a Zagarolo senza il genio di Franco e Ciccio, è Arriva Dorellik senza Dorelli. Dietro Simona Ventura, quando parla di resilienza, quando ripete «tanta roba», pare di sentire la voce dei Gialappi che la canzonano.
Non si capiva più cosa fosse diventato il Grande Fratello, se un esperimento per trasformare gli umani in topi da laboratorio o una «filosofia di vita», senza obbligo di riflessione, senza doversi preoccupare di salvare il mondo o, ancora, una sottile perversione circa il guardare, includendo chi guarda in ciò che guarda.
Ricominciare da capo. Per ora i concorrenti hanno solo un nome, fra poco avranno anche un carattere fittizio regalato loro dalle telecamere. Ma nulla è più ciò che dichiara di essere. Tutto è parodia nel momento in cui appare.
All’inizio, Grande Fratello è stato un’eccezionale cerimonia di iniziazione per dieci persone ma anche per tutto il pubblico che ha variamente seguito il noviziato. In un periodo limitato, un manipolo di nuovi eroi, o più semplicemente di tipi, è passato dall’anonimato alla notorietà (l’aspirazione principale della nostra società), come succede in altre trasmissioni dedicate alla gente comune, sebbene con fasi molto più lunghe e intermittenti.
Adesso è solo uno sgangherato laboratorio dell’errore e dell’orrore, un regno di ombre appartenenti alla setta della credulità: c’era un solo modo per andare avanti, la parodia.
30 settembre 2025 ( modifica il 1 ottobre 2025 | 16:00)
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