TRENTO. Un convegno nazionale, per approfondire i temi di cui Ama Trento si occupa da trent’anni.
È questo il modo che, ieri, l’associazione Ama Trento (Associazione auto mutuo aiuto) ha scelto per festeggiare i tre decenni di attività sul territorio trentino con 50 progetti attivi.
Un momento importante – realizzato in collaborazione con numerose realtà attive in tutta Italia – per ritrovarsi, condividere esperienze e celebrare i legami che, nel corso degli anni, si sono intrecciati e rafforzati grazie alla forza dell’incontro e della condivisione tra pari.
Tema centrale, le difficoltà dei giovani: «Negli ultimi due anni abbiamo lavorato ad un nuovo format per parlare ai giovani di salute mentale con gli strumenti a loro più congeniale e festeggiare questo traguardo per noi è un’occasione importante perché su stimolo di Ama Trento sono nate delle associazioni ad ombrello che si occupano di auto mutuo aiuto in tutta Italia», ha spiegato Miriam Vanzetta, direttrice di Ama Trento.

Un’occasione per guardare al cammino percorso finora, interrogandosi su ciò che è cambiato nel tempo e su ciò che resta immutato: il valore profondo dell’aiuto reciproco, la centralità del sapere esperienziale e l’importanza di costruire, nelle nostre comunità, spazi di relazione autentica, accogliente e trasformativa.
L’associazione era stata fondata a Trento nel 1995 – su impulso, tra gli altri, dell’indimenticato Stefano Bertoldi – affinché ognuno potesse migliorare la qualità della propria vita attraverso l’incontro e la relazione con altri, singoli, in coppia o famiglie, unite da uno stesso problema (dipendenza, stato di bisogno, difficoltà in generale, condizione di vita) per rompere l’isolamento, per raccontarsi le proprie esperienze di vita (gioiose o dolorose), per scambiarsi informazioni e soluzioni, per condividere sofferenze e conquiste con l’obiettivo di riscoprirsi risorsa, non solo per sé, ma per l’intera collettività.
«Visto che siamo esperti di un metodo e non di una problematica specifica abbiamo la capacità di cogliere dal basso i nuovi bisogni del territorio e quindi la richiesta può venire anche da una singola persona e, se constatiamo che possa essere una difficoltà comune, si inizia con un progetto ad hoc di auto mutuo aiuto», ha proseguito la direttrice.
Un programma denso di attività, quello strutturato per il convegno, diviso in due momenti principali: una mattina di formazione in cui attraverso testimonianze ed esperti è stata ripercorsa la storia dell’associazione e l’impatto positivo nel territorio in questi anni e un pomeriggio con 14 workshop co-gestiti da 17 realtà di mutuo aiuto italiane provenienti da gran parte d’Italia, da Bolzano a Roma.
Sei i progetti principali dell’associazione: Gruppi di auto mutuo per aiutare persone accomunate dalla stessa esperienza al fine di confrontarsi in una dimensione di scambio e reciproco sostegno; il progetto “Punto Famiglie” che offre sostegno alle famiglie attraverso spazio d’ascolto per singoli e coppie, gruppi di confronto, serate per genitori e altre opportunità di condivisione e formazione; “Vivo.con” che propone la possibilità di coabitazioni temporanee fra privati cittadini all’interno di un percorso di conoscenza e consapevolezza; gruppi di cura e prevenzione del gioco d’azzardo, che agiscono sia a livello di sostegno dei giocatori e delle loro famiglie con proposte riabilitative, sia in ambito preventivo/informativo nei confronti della comunità; il progetto “Invito alla Vita”, gestito con l’Azienda sanitaria, che promuove una corretta informazione sul tema del suicidio per ridurre lo stigma e fornisce supporto ai familiari e alle persone che vivono situazioni di fragilità; “Tra-di-noi Youngle Trento”, un progetto di ascolto e sostegno per i giovani che gestisce una chat di ascolto gratuita e anonima sulla web app Youngle.
«Proprio per parlare ai giovani di salute mentale, dal 3 novembre al 6 dicembre presso palazzo De Maffei a Lavis sarà allestita una escape room sulla salute mentale dal titolo “Lunatici”, per un target prevalentemente dai 14 ai 19 anni, ma aperta a tutti, in cui i ragazzi verranno accompagnati da educatori professionali in quattro stanze legate a delle tematiche della salute mentale proposte direttamente dai ragazzi e avranno modo di vivere un’esperienza istruttiva e di condivisione tra pari con un’ora di gioco e una di condivisione e discussione a piccoli gruppi», ha concluso Miriam Vanzetta, anticipando i prossimi progetti.