di Anna Meldolesi e Chiara Lalli
Il bambino perfetto resta un miraggio, ma le nuove tecniche di screening e computazione possono aiutare a scegliere, dal campionario dei possibili discendenti, quelli che sembrano “ottimizzare i contributi genetici parentali”. Se gli aspiranti genitori presentano famigliarità con un problema specifico, può avere senso. Ma gli altri? E ci sono già cliniche che danno punteggi anche a caratteristiche non mediche: l’altezza, il QI…
IL PRESUPPOSTO È RINUNCIARE ALLA RIPRODUZIONE NATURALE, PER ACCUMULARE MOLTI EMBRIONI IN VITRO E SEQUENZIARLI. IO, PUR TECNO-OTTIMISTA, PENSO SIA IL MOMENTO DI FRENARE…
di Anna Meldolesi
Cari aspiranti genitori, vorreste «il potere di proteggere i vostri figli prima che inizi la gravidanza?». Sono decenni che parliamo di designer babies e bambini à la carte. L’estate 2025, però, ha segnato un cambio di passo, perché l’idea è stata rilanciata da Silicon Valley, con approcci e messaggi rinnovati, capaci (forse) di sedurre un maggior numero di persone. Il bambino perfetto resta un miraggio, ma le nuove tecniche di screening e computazione possono aiutare a scegliere dal campionario dei possibili discendenti quelli che sembrano ottimizzare i contributi genetici parentali.
Il presupposto è rinunciare alla riproduzione naturale, per produrre molti embrioni in vitro (diciamo una quindicina per coppia) e sequenziarli. I potenziali genitori riceveranno una “pagella” per ciascuno dei figli in potenza e, con l’aiuto di un consulente, sceglieranno il “migliore”. Nel caso della company Orchid, i punteggi consistono in una sfilza di sì o di no per la presenza di 1.200 malattie monogeniche e una serie di numeri che fotografano la predisposizione a una dozzina di malattie multigeniche. Immaginiamo di credere all’oste che vuole venderci il vino. Personalmente tendo a farlo, perché tra gli investitori di Orchid c’è un veterano della genomica come George Church, ma dubitare è lecito, perché sia il protocollo di amplificazione del DNA sia gli algoritmi sono coperti da segreto.
Comunque supponiamo che l’approccio funzioni. Se gli aspiranti genitori presentano familiarità per un problema specifico e non hanno obiezioni morali di fronte alla sovra-produzione di embrioni, può avere senso pagare il pegno (fisico ed economico) della fecondazione assistita con screening spinto (solo i test costano 2.500 dollari a embrione). I benefici però si riducono per una coppia fertile e non particolarmente a rischio. Anche perché una volta scartati i positivi alle patologie monogeniche, nessun embrione risulterà perfetto e bisognerà scegliere tra propensioni diverse (a titolo esemplificativo: meglio rischiare un po’ con la schizofrenia per rischiare meno con il diabete o viceversa? L’ansia sale solo a pensarci). Eppure la company presenta i suoi servizi come un’opzione che ogni donna dovrebbe considerare, così come può scegliere l’epidurale o il parto a domicilio.
Da quando il primo Orchid Baby è nato nel 2023, sono partite le collaborazioni con un centinaio di cliniche. In scia, poi, si sono messe company più disinvolte. La Nucleus, in particolare, offre punteggi poligenici anche per caratteristiche non mediche come altezza o QI. L’affidabilità di certe previsioni probabilistiche è tutta da dimostrare, ma l’offerta c’è e resta da capire quanto forte sarà la domanda. Pur essendo una tecno-ottimista, stavolta mi sento di frenare.
SE POSSO DECIDERE DI INTERROMPERE UNA GRAVIDANZA PERCHÉ UN FIGLIO NON LO VOGLIO, NON È FACILE VIETARMI DI INTERROMPERLA A CAUSA DI UNA PATOLOGIA
di Chiara Lalli
Ogni nuova possibilità comporta meraviglie e terrore. Come ogni strumento e come ogni invito a cena fuori. Ci sono i rischi e ci sono le cose belle. Ogni nuova tecnologia, ovviamente, può sciogliere un dilemma morale o crearne mille. Certo, al più una cena sbagliata ci farà sbadigliare di noia e rimpiangere di esserci alzate dal divano. Una tecnologia può causare disastri e sciagure. E a volte è difficile prevedere gli effetti dannosi e impossibile rimediarvi. Ma spesso le obiezioni sono irrazionali e insensate.
Oggi le amniocentesi e le villocentesi sono diventate familiari e quasi nessuno si scandalizza. Poi è arrivata la diagnosi genetica di preimpianto e le accuse di giocare a fare Dio sono frequenti (e sempre fuori fuoco).
Se si aggiunge la possibilità, vera o presunta, di selezionare caratteri positivi e non solo di eliminare patologie (è la fragile distinzione tra interventi terapeutici e interventi migliorativi), a molti scoppia la testa. Nascituri più alti, più belli, più educati, più bravi in matematica e non permalosi?
L’altro giorno leggevo gli ennesimi commenti scomposti a una notizia vecchia: la Danimarca e la possibile fine dei nati con la sindrome di Down. Tra i più comuni: è eugenetica!, volete annientare le persone con la sindrome di Down, volete discriminare le persone malate. Potrei continuare ma le feroci obiezioni sono più o meno sempre queste – bello il titolo di un sito prolife svizzero: C’è del marcio (non solo) in Danimarca.
La premessa comune e sbagliata di queste condanne è non vedere la differenza tra nascituri e nati, tra embrioni e persone. Non volere avere un figlio malato non significa maltrattare o voler eliminare le persone malate. Non è un giudizio su nessun altro (che poi non giudicare è impossibile ma questo è un altro discorso), ma una scelta che riguarda la propria vita e quella dei propri figli – riguardo ai quali si prendono milioni di decisioni più o meno contestabili: se farlo nascere, dove, come crescerlo, dove mandarlo a scuola, se vaccinarlo, se comprargli il motorino che tanto poi va su quello dell’amico.
Se poi posso decidere di interrompere una gravidanza perché non voglio un figlio, non è facile vietarmi di interromperla a causa di una patologia. E queste decisioni sono private e personali, quindi l’eugenetica non c’entra nulla.
Questa miopia oscura le questioni più serie, cioè quelle riguardo alla efficacia e ai pericoli di una tecnologia, che dovrebbe essere l’unico modo per valutare se è giusta o sbagliata. I figli perfetti forse non esisteranno mai, ma il volerli non mi pare un pensiero moralmente ripugnante. E dovremmo sempre ricordarci che anche non fare niente può causare meraviglie e terrore.
1 ottobre 2025
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