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Redazione Milano
Padre e figlio di 6 anni, che indossavano la kippah, sono stati presi di mira domenica pomeriggio, nell’area di sosta autostradale. Il padre, gettato a terra, rotti gli occhiali. Indaga la Digos
Padre e figlio, rispettivamente di 53 e di 6 anni con in testa la kippah, insultati in un’area di sosta sulla Milano laghi, all’altezza di Lainate, mentre facevano la fila per il bagno, al grido di «Palestina libera». L’episodio è stato ripreso dalle vittime in un video, in cui si notano diverse persone rivolgere ai due, che rispondono in francese, frasi come «Andate a casa vostra, assassini», «qui non è qui siamo in Italia, siamo a Milano» e «andrete all’inferno prima o poi». L’episodio, nella sera di domenica 27 luglio, è stato denunciato alla polstrada di Busto Arsizio e poi raccontato dal direttore del museo della Brigata ebraica, Davide Romano e dal consigliere comunale milanese di Azione, Daniele Nahum.
Sul caso sono in corso accertamenti della Digos, che sta analizzando le telecamere dell’area di sosta di Lainate sulla Milano Laghi e raccogliendo elementi utili. Gli investigatori stileranno poi un’informativa sulla base della quale potrebbero emergere eventuali ipotesi di reato. Il procuratore Marcello Viola è stato informato della vicenda.
«L’aggressione a una famiglia francese perché di religione ebraica avvenuta in un area di servizio su un’autostrada milanese al grido di “Free Palestine” ci segnala per l’ennesima volta come l’antisemitismo sia in forte crescita nel nostro Paese», dice Romano, chiedendo che «le forze dell’ordine e la magistratura procedano speditamente al riconoscimento e alla sanzione di questi razzisti antisemiti. Non solo perché tutti i reati d’odio vanno sempre perseguiti, ma anche a tutela del buon nome di Milano e della sua tradizionale accoglienza che nulla ha a che fare con questi trogloditi».
Il direttore del museo della Brigata ebraica rivolge poi un appello « a tanti politici – soprattutto di certa sinistra – a maneggiare con cura certi slogan, poiché la loro pericolosità non è più una teoria ma un fatto registrato dalle cronache quotidiane di aggressioni e attentati. E la storia insegna che quando si eccita l’odio a pagare sono tutti, non solo gli ebrei».
«È davvero “normale” assalire dei cittadini ebrei per ciò che sta accadendo a Gaza? È accettabile augurarsi che queste persone tornino nel loro “Paese”, pur avendo la nazionalità di un altro Stato? Mi aspetto una ferma e netta condanna da parte di tutte le istituzioni», commenta Nahum.
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«Un fatto sconcertante si è verificato oggi presso l’Autogrill dell’autostrada Milano Laghi – ha dichiarato Walker Meghnagi, Presidente della Comunità Ebraica di Milano – quando un uomo e un bambino di religione ebraica sono stati oggetto di una aggressione verbale con urlo: «Assassini, free Palestine!». Un video che sta circolando in rete mostra un gruppo di persone che li circonda, intimandogli di tornare a «casa vostra» con riferimento al «genocidio» a Gaza. Il poveretto è stato aggredito fisicamente, picchiato da più persone che gli hanno spaccato gli occhiali e volevano portargli via il telefonino per cancellare le immagini. Una famiglia francese colpita ferocemente, l’ennesima manifestazione di un pericolosissimo rigurgito di crescente antisemitismo». «Ci auguriamo, come Comunità ebraica di Milano – prosegue Meghnagi -, che le segnalazioni, già fatte alle Forze dell’Ordine, circoscrivano velocemente questo tipo di reazioni completamente fuori controllo che vengono generate dal clima di odio che i politici e il mondo della comunicazione continua a provocare con risultati sempre più fuori controllo e riteniamo fondamentale che la politica ponga un freno a questa pericolosa reazione. Siamo vicini a questi nostri correligionari che sono stati investiti e colpiti da simili barbare reazioni, che nulla hanno a che vedere con la tragica situazione in Medio Oriente».
«Quanto diffuso da un video sui social testimonierebbe l’ennesimo grave atto di antisemitismo e intolleranza verso cittadini ebrei», dichiara il capogruppo dei deputati di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami. «Un padre e un figlio appena riconosciuti in un Autogrill milanese sarebbero stati aggrediti verbalmente e fisicamente proprio per la loro religione e per indossare la kippah. Quanto accaduto, la cui veridicità va verificata così come la dinamica dei fatti, comunque racconta di un clima pericoloso e inquietante, alimentato anche da incaute dichiarazioni politiche di alcuni esponenti delle opposizioni. Un conto, infatti, è il legittimo dissenso dal governo Netanyahu e da quanto sta facendo a Gaza, su cui anche la premier Meloni è intervenuta, altro è arrivare a una orribile `caccia all’ebreo´». «Solidarietà e vicinanza alle persone di religione ebraica, auspicando che le opposizioni sul dramma che è in corso a Gaza dismettano i toni strumentali e da campagna elettorale», conclude Bignami.
«Se basta essere riconoscibili come ebrei per essere veementemente aggrediti, se una famiglia non può girare liberamente nel paese in uno spazio pubblico, la legittimazione all’odio e antisemitismo è ormai virale». Così Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane commentando l’aggressione a una famiglia di ebrei in un autogrill nel milanese. «È la libertà di tutti ad essere a rischio. Aggrapparsi al rispetto e dignità di ogni persona è l’unico percorso che protegga tutti» ha concluso Di Segni.
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28 luglio 2025 ( modifica il 28 luglio 2025 | 17:33)
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