Andare in bicicletta è una scelta di salute, sostenibilità e libertà. Ma sulle strade italiane la sicurezza di chi pedala è ancora fragile: ogni giorno i ciclisti devono fare i conti con traffico intenso e automobilisti che non sempre rispettano le distanze di sicurezza. Un problema ben documentato dai dati ufficiali e, purtroppo, dalle cronache

Per questo motivo, come aveva promesso il presidente della Federciclismo Cordiano Dagnoni all’indomani dell’ennesimo episodio eclatante, è stata presentata una proposta di legge che contiene una serie di misure concrete per migliorare la sicurezza stradale di chi pedala, in quanto utente vulnerabile della strada.

I numeri che spiegano l’urgenza

La proposta è stata presentata il 19 settembre 2025 scorso in Puglia, in occasione del convegno “Una bicicletta per spostarsi in sicurezza: creare economia e vivere meglio le nostre città” presso la Fiera del Levante di Bari. In Puglia, nel solo 2024, si sono registrati 11.026 incidenti stradali con un bilancio drammatico: 241 vittime e oltre 17 mila feriti. Tra questi episodi, 372 hanno coinvolto biciclette e hanno causato la morte di 11 persone. Numeri che raccontano una realtà preoccupante, soprattutto perché più dell’80% dei ciclisti perde la vita sulle strade extraurbane, dove la velocità elevata e la mancanza di infrastrutture rendono gli spostamenti in bici maggiormente soggetti a rischio.

È da questi dati che nasce la proposta di legge presentata dalla Federciclismo Puglia, con l’obiettivo di rendere le strade italiane più sicure non solo per chi pedala, ma per tutti gli utenti.

Le nuove regole per chi sorpassa e per chi pedala

Tra le misure più significative spiccano due cambiamenti destinati a incidere profondamente sulla convivenza tra chi guida un’auto e chi pedala una bici:

  • La prima riguarda il sorpasso dei ciclisti: diventa obbligatorio mantenere almeno un metro e mezzo di distanza laterale in ogni circostanza, eliminando l’espressione “ove le condizioni della strada lo consentano“. Non più una raccomandazione generica, ma una regola chiara, pensata per salvare vite.
  • La seconda modifica è l’eliminazione dell’obbligo di procedere in fila indiana sulle strade extraurbane. La possibilità di pedalare affiancati aumenterà la visibilità dei ciclisti e renderà i sorpassi più sicuri, costringendo gli automobilisti a considerare il gruppo come un’unica entità compatta.

Educazione e cultura della sicurezza

La proposta non si limita agli aspetti normativi. C’è anche un forte richiamo al tema dell’educazione stradale, con l’idea di ampliare i programmi scolastici per insegnare il rispetto delle regole fin dall’infanzia. E c’è un dettaglio linguistico che può sembrare piccolo, ma ha un valore culturale: sostituire il termine “incidente stradale” con “scontro stradale”, per sottolineare che molti eventi non sono fatalità inevitabili, ma conseguenze di comportamenti sbagliati e quindi evitabili.

La voce della Fondazione Michele Scarponi

Tra i soggetti coinvolti nella stesura della proposta di legge spicca la Fondazione Michele Scarponi, nata per onorare la memoria del campione marchigiano travolto e ucciso (dalla persona alla guida di un camion, ndr) mentre si allenava in bicicletta. La sua presenza nel processo di elaborazione di queste proposte della Federciclismo dà ancora più forza e significato a un’iniziativa che evidentemente mette la tutela dei ciclisti al centro.

Infrastrutture e tecnologia

Accanto alle regole, la Federciclismo chiede anche interventi concreti sulle strade: manutenzione e pulizia delle vie secondarie, installazione di segnaletica specifica a favore dei ciclisti, corsie ciclabili / bike lane da realizzare nei tratti più pericolosi, oltre a banchine libere da vegetazione per non costringere chi pedala a invadere la carreggiata.

Un ruolo importante lo avranno anche le nuove tecnologie: sistemi digitali e piattaforme basate su intelligenza artificiale potranno monitorare i flussi di traffico, prevedere situazioni di rischio e fornire alle autorità dati affidabili per prendere decisioni rapide ed efficaci.

Meglio tardi che mai

L’iniziativa della Federciclismo rappresenta senza dubbio un pacchetto di misure che vanno nella giusta direzione. Arriva però nel mese di settembre 2025, ben 9 mesi dopo che il nuovo Codice della Strada ha già completato il suo lungo iter di approvazione. Un tempismo che lascia un po’ l’amaro in bocca: sarebbe stato utile che la Federciclismo avesse portato queste idee sul tavolo prima, per incidere subito sulle nuove norme e perorare la causa della sicurezza dei ciclisti.

Ma, come si dice, meglio tardi che mai: ora l’auspicio è che queste nuove misure proposte dalla Federciclismo possano essere recepite quanto prima nel Codice della Strada, per contribuire a migliorare la sicurezza per chi pedala sulle strade italiane.

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