La Lega si spacca sull’ospedale nuovo (e unico) del Verbano Cusio Ossola. Gli assessori regionali (e si presume di conseguenza anche i consiglieri regionali quando il punto approderà al dibattito dell’assemblea) insieme ai colleghi di giunta martedì hanno dato il via libera a un nuovo snodo, proponendo di fermare l’iter per la ristrutturazione di Castelli (Pallanza) e San Biagio (Domo).

Per i leghisti del Vco, invece, qui devono restare due ospedali con altrettanti Dea, e non importa se a precisa domanda il ministero della Salute ha risposto che non è possibile, anche di fronte a un territorio prevalentemente montano. Sul punto insiste soprattutto il segretario provinciale Enrico Montani.

A Torino però i due assessori leghisti – il novarese Matteo Marnati e l’alessandrino Enrico Bussalino – non hanno espresso dissenso alla proposta dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi. E così è stata approvata all’unanimità la richiesta di portare in Consiglio regionale la sospensione di quanto in vigore attualmente in merito al riassetto ospedaliero, e cioè appunto il totale recupero di San Biagio e Castelli.

IL CASO

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La linea che ormai da mesi ha ripreso quota è quella di un ospedale nuovo e unico, per lo meno il solo per pazienti acuti e trattamenti in emergenza. È quella che da oltre vent’anni l’ordine dei medici del Vco sostiene. Adesso quasi tutte le parti – professionali, sindacali, tecniche, amministrative e politiche – sono d’accordo.

Restano fuori dal coro con la Lega i sindaci di Verbania Giandomenico Albertella e di Domodossola Lucio Pizzi, a meno che sia scelta la loro la città come sede della nuova struttura. Albertella ha proposto un’area tra Fondotoce e Gravellona, Pizzi non si smuove da quella tra Domo e Villadossola.

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La paternità della scelta fatta nel 2023, che Riboldi chiede di revocare, è di Alberto Preioni. L’ossolano, attualmente sottosegretario alla presidenza della Regione, ai tempi era capogruppo della Lega in Consiglio, partito che era azionista di maggioranza del centrodestra. Compito che ora è di FdI.

Martedì Preioni era in giunta. Come sottosegretario non ha diritto di voto, ma di parola sì, e ha difeso la scelta di due anni fa. «Resto dell’idea – ribadisce – che la conformazione territoriale del Vco debba motivare il mantenimento di due ospedali, a Verbania e Domo. Non due strutture per riabilitazioni e visite ambulatoriali: devono essere in grado di dare risposte adeguate alla gran parte dei bisogni di salute della popolazione. Poi se si devono diversificare le specialità, lo si faccia. Cambiando nuovamente prospettiva, tra l’altro, il rischio è perdere i 200 milioni disponibili».

Da Roma è stato per due volte ripetuto che no, non si può fare, che questa strada è impercorribile, ma l’ex senatore Montani non si arrende. Le sue parole esprimono netta contrarietà al percorso che sta tracciando l’assessore regionale di Fratelli d’Italia Federico Riboldi: «Lui ha fiducia che si possa individuare il luogo baricentrico per il nuovo ospedale, quello che mette d’accordo tutti. Utopia: non lo troverà mai, perché semplicemente non esiste – afferma Montani -. La maggior parte dei cittadini del Vco la pensa come noi e il veto ministeriale si potrebbe superare modificando il decreto che impedisce a un territorio con 150 mila abitanti, ma interamente montano, di avere due ospedali alla pari, con Dea».

Riboldi tira dritto: «Recepiamo le osservazioni del ministero chiedendo al Consiglio regionale di dare una nuova prospettiva al futuro ospedaliero del Vco, così come richiesto da chi sta dando il massimo per garantire assistenza sanitaria alla popolazione. Contemporaneamente apriamo un confronto col territorio per trovare un’area che nel minor tempo possibile permetta di aprire il cantiere per il nuovo ospedale». E qui, tra Fondotoce e Domodossola, potrebbe rispuntare Piedimulera.