La sfilata di Dior alla Paris Fashion Week segna il debutto sulle collezioni Donna del neo-direttore creativo Jonathan Anderson, tra passato e presente

Da quando, lo scorso giugno, Jonathan Anderson è stato annunciato da Delphine Arnault – presidente e CEO di Christian Dior Couture – come il responsabile della creazione per Dior, tra uomo e donna, couture e accessori, la curiosità sulla sua modalità di approcciare alla storica maison è cresciuta costantemente, fino al suo debutto Uomo, avvenuto con la stagione primavera estate 2026. In passerella, il direttore creativo ha portato un interessante dialogo tra un lontano passato e il presente, creando un connubio affascinante e poetico, eppure estremamente vicino alle nuove generazioni. I riferimenti a Monsieur Dior, come la Bar Jacket, e alla moda formale e ai capi del XVIII e XIX secolo erano numerosi, ma venivano rivisti con materiali e proporzioni contemporanee. Vigeva la libertà di mixare e creare look in base al proprio estro e personalità, come tanto piace alle nuove generazioni. Nel corso dei mesi, lo stilista ha assecondato la curiosità dei suoi fan svelando altre creazioni, questa volta Donna, in un modo insolito: su dei red carpet, in particolare quello del Festival di Venezia 2025. Al centro la linea Dior Haute Couture con cui ha vestito Monica Barbaro, Greta Lee, Mia Goth e l’italiana Alba Rohrwacher. L’abito di quest’ultima ha richiesto ben 126 ore di lavoro e conferma la visione dello stilista.

Oggi alla sfilata Dior primavera estate 2026, la sua prima collezione Donna, alla Paris Fashion Week, il dialogo con ciò che è stato era nuovamente il fulcro di tutto. Ma la domanda che si è posto Anderson, probabilmente, è ancora più profonda, perché questa volta l’obbiettivo era arrivare al cuore del brand individuarne i codici e riportarli alla contemporaneità. Un lavoro non semplice, ma a cui lui è arrivato facilmente con una risposta molto precisa. Il suo percorso creativo è partito da un’analisi degli archivi, non solo dei pezzi, ma del lavoro delle menti creative dietro a quei capi che si sono alternate negli anni. E in passerella c’erano davvero tutti: Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons, e Maria Grazia Chiuri, e, naturalmente, Monsieur Dior. Uno short film prima dello show ci ha fatto fare un salto, attraverso i momenti più iconici, nei backstage di questi grandi designer. Un puzzle psichedelico ha messo fine alla pellicola, ed ecco che si arriva all’oggi. Il primo look è un’elegantissimo abito drappeggiato, da sposa: una tela bianca su scrivere il futuro della maison. Jonathan Anderson è pronto a farlo.