Per ogni arrivo c’è un addio. Nelle scorse settimane Citroen, marchio del gruppo Stellantis, ha ufficializzato il proprio debutto in Formula E a partire dalla prossima stagione, al via a fine dicembre con l’ePrix di San Paolo. Resta però un dettaglio curioso: il silenzio su quale squadra dovrà lasciare il posto in griglia alla casa francese.
L’approdo di Citroen rientra in quella che è la strategia Stellantis, che dalla Gen 3 ha scelto di schierare due dei propri marchi nella categoria elettrica, convivendo il powertrain sviluppato a Satory, vicino a Parigi, sede storica del motorsport dell’ex gruppo PSA. Questa impostazione concede al gruppo una certa libertà sul piano del marketing, permettendo di alternare i brand impegnati.
A lasciare spazio a Citroen sarà Maserati, che chiuderà così la propria avventura in Formula E dopo appena tre stagioni. DS, invece, proseguirà almeno per un altro anno, in attesa di chiarire quale sarà il futuro con l’arrivo della Gen4. Come già raccontato nelle scorse settimane, Stellantis è nel pieno di una ristrutturazione organizzativa che guarda sia al 2026 sia alla prossima generazione di monoposto.
Pit stop Maserati
Foto di: Maserati Media Center
Anzi, il gruppo sta accelerando sul fronte delle assunzioni in ruoli chiave, con l’intenzione di dar vita per la prima volta a un team ufficiale proprio a Satory. Ciò che non è chiaro per ora è se ci saranno tre team, acquisendo una licenza ex-novo dalla Formula E, oppure due subentrando a una delle squadre private già esistenti.
La Casa francese si inserisce pienamente in questo programma, con uno sguardo al futuro ma anche al presente. A farle spazio sarà Maserati, costretta a rivedere i propri piani in una fase delicata sul piano economico. Stellantis aveva immaginato di rilanciare l’identità della Casa italiana attraverso il motorsport e l’elettrificazione.
Per questo l’ingresso in Formula E appariva come un passo naturale: un’occasione per rilanciare uno dei marchi più prestigiosi dell’automotive mondiale, lontano da troppo tempo dai vertici del motorsport nonostante un passato glorioso. L’appoggio al team privato MSG ha rappresentato la via più immediata, consentendo di contenere l’investimento anche per Maserati stessa con un approccio pragmatico.
Stoffel Vandoorne, Maserati MSG Racing
Foto di: Alastair Staley / LAT Images via Getty Images
Da un lato si è scelto di utilizzare il powertrain sviluppato per DS all’interno del gruppo Stellantis, dall’altro di appoggiarsi a una struttura già titolare di licenza, così da contenere sensibilmente i costi d’ingresso. Col passare delle stagioni, però, il progetto non ha prodotto i risultati sperati per un intreccio di motivazioni, anche economiche, a cui si aggiunge il fatto che il powertrain Stellantis non sempre si sia dimostrato al top.
L’iter scelto ha permesso di introdurre il marchio in Formula E in tempi rapidissimi, un traguardo difficilmente raggiungibile seguendo altre strade. Tuttavia, per rilanciare una Casa dal passato così prestigioso, anche nel mondo delle corse, sarebbe forse servito un approccio diverso: farne il marchio di punta dell’ecosistema Stellantis, appoggiandosi a una struttura con risorse più solide, oppure acquisendo una licenza e costruendo un team con un progetto a lungo termine. Un percorso che potrebbe concretizzarsi in Gen4, ma senza il marchio del Tridente.
Dopo un avvio in sordina nel 2023, da metà stagione Maserati si trasformò in una delle squadre più prolifiche della griglia, conquistando diversi podi e la prima, storica vittoria del Tridente. Nella prima parte del 2024 Max Gunther sembrò persino in lotta per il titolo, complice anche il trionfo di Tokyo, ma nella seconda metà del campionato l’incantesimo si ruppe e i risultati non seguirono più la stessa traiettoria.
Vincitore della gara Maximilian Günther, Maserati Racing
Foto di: Andreas Beil
Nemmeno la vittoria di Tokyo, arrivata nel 2025 grazie a una brillante intuizione strategica durante una neutralizzazione che proiettò la squadra al comando con un margine enorme, è bastata a cambiare il corso della stagione. Dal punto di vista della classifica, infatti, quella conclusa a luglio si è rivelata la stagione peggiore delle tre, chiusa con un nono posto finale difficile da digerire.
Tutto questo si è intrecciato soprattutto con le difficoltà di MSG Racing che, non è un segreto, continua a cercare un investitore capace di garantire nuove risorse alla squadra. A Jeddah le telecamere della Formula E avevano persino inquadrato il nuovo potenziale proprietario, ma l’accordo è poi collassato.
Citroen si appoggerà comunque a MSG Racing nel 2025, garantendo alla scuderia un minimo di stabilità finanziaria. Resta però da capire quali saranno i programmi in vista della Gen4. In questo contesto di incertezza, Maserati non ha potuto proseguire, complice anche la fase delicata che il marchio italiano sta attraversando.
Jake Hughes, Maserati MSG Racing
Foto di: Joe Portlock / Motorsport Images
I numeri di vendita del Tridente nel primo semestre 2025 si sono purtroppo rivelati inferiori alle attese, costringendo a un cambio di rotta che ha incluso l’uscita dalla Formula E. Una decisione sorprendente, se si pensa che a fine 2024 Maserati aveva ribadito la volontà di prendere parte alla futura Gen4, presentata insieme alla Formula E in una conferenza stampa congiunta proprio per sottolineare il valore strategico dell’accordo.
In un contesto di difficoltà interne e di una strategia che non ha prodotto i risultati attesi, si è deciso di cambiare rotta, lasciando spazio a Citroen. Anche in questo caso l’obiettivo è rilanciare un marchio che, fatta eccezione per un programma non ufficiale in WRC2, mancava da tempo dal palcoscenico del motorsport. Al tempo stesso, questa scelta lascia sempre più spazio a Lancia nei rally, il suo terreno naturale.
Ciò che sorprende, però, è il silenzio che accompagna questo addio. La Formula E ha scelto di esaltare l’arrivo di Citroen a livello di marketing, una scelta comprensibile, eppure la gestione della comunicazione avrebbe potuto seguire un percorso diverso. Nel frattempo, Maserati archivia un esperimento travagliato che, purtroppo, non si è rivelato all’altezza della storia e del prestigio che avrebbe meritato il marchio del Tridente.
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