Il torneo parigino rimane fedele alla tradizione e boccia il nuovo sistema di chiamata elettronica, il cosiddetto Electronic Line Calling (ELC), già adottato dagli altri Grandi Slam


Federica Cocchi

Giornalista

2 ottobre – 09:44 – MILANO

Ovunque, ma non a Parigi. Il Roland Garros resta un’oasi “umana”, fedele ai suoi riti e alle sue tradizioni, e non si piega alla tecnologia che ormai governa tutti i tornei Slam, e non solo quelli. La Federazione Francese di Tennis ha, infatti, annunciato che anche nell’edizione 2026 del torneo parigino resteranno in campo i tradizionali giudici di linea: sono un segno di appartenenza per il torneo principale del circuito su terra battuta e di continuità con il passato. La decisione, votata dal Comitato federale il 26 settembre e ufficializzata con un comunicato diffuso ieri, è stata accompagnata da un certo orgoglio per “l’eccellenza degli arbitraggi francesi”. Un dato sembrerebbe confermarlo: nell’ultima edizione del Roland Garros hanno lavorato 404 ufficiali di gara in totale, di cui 284 provenienti proprio dalla Francia. Le date sono già fissate, a Parigi si gioca dal 18 maggio al 7 giugno 2026, e questa scelta rende il Roland Garros un unicum tra i quattro tornei del Grande Slam. Australian Open, Wimbledon e US Open hanno già adottato in via definitiva il sistema di chiamata elettronica, il cosiddetto Electronic Line Calling (ELC). 

TRE LIVELLi: GOLD, SILVER E BRONZE—  

Ultima a cadere è stata la sacra erba di Londra che, da questo 2025, ha definitivamente salutato i giudici a bordo campo: è stata una scelta epocale, che ha fatto discutere perché per qualcuno era un inevitabile segno di progresso, mentre per altri una grave perdita di identità e di atmosfera. Nel frattempo, in estate l’ITF, la Federazione Internazionale, ha introdotto una classificazione a tre livelli (Gold, Silver, Bronze) per ampliare l’accesso all’ELC di tutto il mondo del tennis e monitorare i vari standard di accuratezza e affidabilità: l’obiettivo è garantire maggiore precisione, soprattutto dopo polemiche nate da decisioni controverse dovute allo stesso occhio di falco. Nel dettaglio, i sistemi Gold sono destinati alle competizioni di livello internazionale d’élite, come gli Slam, i tornei Wta e Atp, la Billie Jean King Cup e la Coppa Davis. I Silver in competizioni internazionali di secondo livello, come l’ITF World Tennis Tour, e i Bronze in competizioni a livello nazionale.

TRA POLEMICHE E SCELTE ROMANTICHE—  

Il sistema ELC è stato usato per la prima volta come esperimento alle Next Gen ATP Finals di Milano nel 2017, prima di essere adottato più ampiamente durante la pandemia Covid. Di fronte a uno strumento ormai testato da anni e diventato di uso comune, da dove nasce allora questa resistenza francese? Sulla terra rossa parigina è possibile verificare con discreta precisione il segno lasciato dalla palla, e questo è considerato come un elemento di garanzia ulteriore rispetto alla tecnologia. Tra l’altro, il sistema elettronico è stato oggetto di grandi polemiche quest’anno, a causa di malfunzionamenti e chiamate erronee, sia a Wimbledon che durante i tornei in terra battuta a Madrid e Stoccarda. In più, esiste una forte questione identitaria: a Parigi è considerato prioritario mantenere il linguaggio e i riti del torneo di casa, a partire dal dialogo diretto tra giocatori e arbitri. Dietro a questa scelta “romantica”, che premia la scuola arbitrale francese, ci sono comunque anche considerazioni economiche e strategiche. L’installazione dei sistemi elettronici richiede, infatti, investimenti pesanti e audit continui e in Francia preferiscono prendersi un altro anno per valutare gli sviluppi tecnologici e le eventuali ricadute. Insomma, prima di disperdere il capitale umano del vivaio arbitrale francese ci si penserà bene. Intanto, tra tradizione e prudenza, il Roland Garros si prepara già al 2026 sapendo che sui campi del Bois de Boulogne, almeno per un’altra edizione, il grido “out” farà parte della colonna sonora.