Nothing sta compiendo il primo passo verso un sistema operativo nativo con intelligenza artificiale AI con Playground, il nuovo store di app che ospita applicazioni progettate dagli utenti e generate tramite AI. L’idea è quella di anticipare, e compiere il primo passo, verso smartphone più personalizzabili e adattabili, con una direzione chiara per il futuro del settore.
Il futuro della società prende il nome di Essential, ambizioso progetto presentato insieme a Playground. In sostanza, si tratta di una piattaforma che secondo Nothing avvicina a un mondo in cui “sono i dispositivi ad adattarsi alle persone, e non il contrario”, come accade adesso con gli smartphone attuali.
In termini semplici, come ha spiegato il fondatore e CEO Carl Pei a The Verge, Essential è la denominazione scelta da Nothing per raggruppare tutti i suoi prodotti legati all’intelligenza artificiale. Sebbene la startup londinese presenti Essential come una novità assoluta, in realtà sono già online diversi strumenti, come una funzione di ricerca basata su AI ed Essential Space, uno spazio che permette di organizzare note vocali e immagini.
Playground e Essential Apps
La vera novità risiede invece in Playground e nelle Essential Apps. Playground può essere visto come la risposta di Nothing agli store di applicazioni ben noti: qui si trovano app progettate tramite Essential Apps, un tool alimentato dall’Intelligenza Artificiale in grado di creare app molto semplici, partendo da semplici prompt testuali.
In questo modo, chiunque può realizzare da sé strumenti digitali su misura per i propri bisogni. Tra le proposte suggerite da Nothing figurano, ad esempio, un tracker dell’umore collegato a una playlist musicale, una funzione che trasforma uno scontrino in una scheda spese, oppure un’app in grado di suggerire cosa indossare in base al guardaroba e agli impegni della giornata.
La differenza con il mondo attuale degli smartphone e delle app è evidente: adesso l’utente può beneficiare di app preconfezionate presenti negli app store, con Essential si potranno creare da sé le app in base alle proprie esigenze.
Attualmente, è possibile creare solo widget, il che inevitabilmente limita gli scenari d’uso. Le app, inoltre, devono essere realizzate tramite una piattaforma web inserendo comandi scritti; una volta costruite, possono essere installate sul proprio smartphone o condivise su Playground affinché altri possano scaricarle.
Il servizio per ora è riservato agli smartphone Nothing, con l’eccezione del Phone 1 che non riceve più aggiornamenti principali e quindi non può supportare le nuove app. Carl Pei prevede che, col tempo, la creazione di applicazioni diventerà “sempre più fluida”, tanto da poter avvenire direttamente dal telefono — magari con semplici comandi vocali.
Uno sguardo al futuro
Guardando al futuro, Pei immagina smartphone capaci di agire in modo proattivo, modificando la disposizione delle app e suggerendo nuovi strumenti in base all’uso quotidiano.
Al momento, sebbene il brand abbia intenzione di sviluppare un sistema operativo sempre più orientato all’AI, Nothing non ha di certo intenzione di rinunciare ad Android, la piattaforma alla base dei suoi prodotti.
Quella di Nothing si configura dunque come una novità interessante, anche per il potenziale legato alla nascente economia dei creatori digitali. Ma la strada da percorrere prima di poter davvero affermare la propria indipendenza è ancora lunga.
In questo articolo la recensione di Nothing Phone (3a) di macitynet, invece per le notizie sull’Intelligenza Artificiale rimandiamo alla sezione dedicata.

