Christian Horner vuole tornare nel paddock dei GP

C’è una nuova puntata da aggiungere alla lunga lista di episodi della telenovela che vede protagonista Christian Horner. Dopo l’addio alla Red Bull al termine dello scorso GP di Silverstone e l’annuncio della ricca buonuscita da 80 milioni di sterline – con tanto di “sconto” per accorciare il periodo di gardening leave – non si fa altro che parlare di quale sarà la prossima tappa della carriera del manager inglese in Formula 1. E se pare certo che l’ex numero uno del muretto di Milton Keynes sarà ancora nel paddock dei GP, il punto della questione adesso sembra essere sul “dove”.

Così, dopo le voci su un possibile approdo in Alpine al fianco dell’amico Flavio Briatore e quelle di un riavvicinamento all’ugualmente amico Adrian Newey – insieme al quale è stato visto quest’estate a uno dei concerti degli Oasis nel Regno Unito – o persino quelle di un suggestivo passaggio alla Williams, adesso ci sarebbero almeno altre due opzioni sul piatto.

Ipotesi Haas, secondo il Daily Mail

Secondo il Daily Mail, infatti, Christian Horner potrebbe considerare l’ipotesi di un passaggio alla Haas: la piccola scuderia americana non ha un nome “forte” quanto a team principal dopo l’uscita di scena di Gunther Steiner e la promozione della figura interna di Ayao Komatsu, e un personaggio d’alto profilo come il 51enne inglese in veste di supervisore e amministratore delegato non sarebbe incompatibile con l’attuale organigramma. Restano però dubbi sia sulle ambizioni del proprietario Gene Haas, che non intende vendere il team considerando il momento particolarmente florido per le squadre di Formula 1, ma neanche investire più di tanto sulla competitività. Senza contare che non ci sono garanzie sulla possibilità di Horner di ottenere quote azionarie raggiungendo quell’obiettivo che già aveva cercato da boss di casa Red Bull. Una pista che proprio per queste ragioni non sembra caldissima, almeno al momento.

The Race parla del 12° team in griglia

L’altra strada percorribile è invece quella di cui parla Jonathan Noble sul giornale online The Race: secondo quanto riferito dall’esperto e autorevole giornalista inglese, la priorità di Horner per adesso sarebbe quella di sondare il terreno per la creazione del 12° team in griglia di partenza. Alcuni colloqui preliminari sarebbero già in corso insieme a una cordata di imprenditori pronta a sostenere questa nuova avventura del manager britannico, anche se la recente storia del team Andretti-Cadillac è come minimo esemplare delle difficoltà che potrebbero frapporsi nel cammino verso l’ammissione nel paddock di un’altra scuderia.

La nuova squadra americana, che entrerà in griglia nel 2026 dopo un lungo tira e molla con Liberty Media, si era infatti inizialmente presentata come espressione della famiglia Andretti, con il solo supporto esterno del colosso General Motors, che si era inizialmente impegnato “solo” a fornire le power unit. Ed è stato soltanto con il cambio al vertice del progetto – con le dimissioni di Michael Andretti e il passaggio del dossier nelle mani di Dan Towriss e TWG Motorsport – e l’ingresso di Cadillac come costruttore ufficiale, che alla fine la Formula 1 ha dato il semaforo verde al completamento di un’operazione caldeggiata invece sin da subito dal presidente FIA, Mohammed Ben Sulayem.

Perché è una strada stimolante ma dissestata

Una strada insomma lunga e comunque dissestata, tanto più che di recente lo stesso Stefano Domenicali aveva tenuto a ribadire come non ci fosse posto per un 12° team in griglia, proprio per motivi banalmente di stampo logistico. Chiaro poi che la questione è sempre di tipo economico e commerciale: aggiungere un altro posto a tavola implicherebbe dividere per 12 una torta che fino a quest’anno ha avuto 10 fette, e quindi l’operazione può essere vista di buon occhio soltanto a patto di comportare un aumento delle dimensioni della torta stessa. Difficoltà comunque ben note a Christian Horner, che però mettendosi alla guida di una ricca cordata di imprenditori, magari spinta da un grande costruttore voglioso di entrare in F1 come accaduto a Towriss con General Motors, potrebbe finalmente ottenere quel riconoscimento anche in termini di azionariato che ha dato il la alla frattura con la Red Bull.