2 Ottobre 2025

Nilla Enigma (pseudonimo di Claudia Bizzarri) è l’autrice di “Melizù. E le infinite terre del cosmo”, un libro che intreccia fantasia e riflessione interiore, invitando il lettore a perdersi e ritrovarsi tra mondi immaginari e paesaggi interiori. La sua scrittura nasce da una spinta personale forte, un bisogno di dare forma alle emozioni e di trasformarle in narrazione.

Sabato 4 ottobre, Nilla presenterà il suo libro al Festival Letterario “Albano in Libro”. L’abbiamo intervistata, chiedendole di condividere con noi non solo la sua opera, ma anche le emozioni e i pensieri che l’hanno accompagnata.

La sua testimonianza ci ricorda che dietro ogni storia c’è sempre un vissuto che merita di essere ascoltato.

Nilla, il tuo libro “Melizù. E le infinite terre del cosmo” non è solo una storia, ma anche un viaggio interiore. Cosa ha significato per te scrivere e dare forma a questo universo narrativo?

Per me scrivere non è stato tanto dare forma a un mondo, ma è stato mettere pezzo per pezzo il mio essere insieme. Prima scrivevo “storielle”, ma erano sempre senza senso, “schizzate” ovunque. Poi ho deciso di partire da un personaggio, dandogli una forma e, piano piano, da quel personaggio ne ho creato un altro e un altro ancora, perché non ho mai voluto avere un protagonista.

Attraverso questa costruzione scaturita dai diversi personaggi sono emerse poi tante storie, che poi ne è diventata un’unica?

Si, perché il mondo è fatto così. Non c’è un protagonista, tutti sono protagonisti: tu, il tuo amico, i tuoi genitori, tutti hanno una loro storia e tutte le storie messe insieme ne compongono una nuova, rendendola la nostra storia. Io ho voluto provare a fare la stessa cosa nella mia, dove ognuno aveva il suo piccolo nucleo. Non so se ci sono riuscita, ma il mio ideale era quello.

Quindi rimandando al titolo, quando si parla di “Infinite terre del cosmo”, possiamo dire che è il ‘cosmo’ è la nostra dimensione globale e le ‘infinite terre’ sono tutti i personaggi che le abitano?

No, l’infinito è l’essere. Tu sei infinito, lui è infinito. Il cosmo è quello che racchiude tutte queste persone che sono infinite. Non pensavo a delle vere e proprie terre, ma alle anime che in quelle terre sono infinite.

Scrivere spesso è anche un modo per conoscersi meglio e affrontare la vita. La scrittura ti ha aiutata in qualche momento particolare o ti ha permesso di guardare diversamente te stessa e il mondo?

La scrittura mi sta aiutando proprio ora, perché ho un nuovo progetto. Non è detto che lo pubblicherò, ma è una cosa per me che mi sta aiutando. Sto scrivendo delle lettere come se le stesse scrivendo un altro personaggio, ma in realtà questo personaggio sono io che scrivo i miei dubbi, le mie paure, tutto quanto, con la voce di quel personaggio. E questo modo di scrivere mi aiuta, come Melizù mi ha aiutata a riconoscere una parte di me che prima non conoscevo.

Non è solo la scrittura che aiuta a conoscersi meglio, sono tutte le Arti. Potrebbe essere il disegno, il canto… A me, ad esempio, “risuona” scrivere e cantare, anche se la scrittura è sempre stata per me più facile perché, quando scrivo, chiudo gli occhi e arrivo a volte a cercare di immaginarmi un nuovo nome, perché anche il nome è una cosa importante. Il nome di un personaggio ti dice tutto di lui. Melizù all’inizio non si chiamava così; l’ho modificato perché avevo notato che il nome che avevo inventato era stato già utilizzato in un gioco. Però “risuonava”. Allora ho pensato di invertire le lettere e, così, ora quel nome rappresenta l’identità di quel personaggio.

L’arte mette a nudo quello che sei. Se stai fuggendo da una cosa, scrivendola e rileggendola te la ritrovi davanti, anche se stai cercando di scappare da quella cosa. La mente inconsciamente e automaticamente te la riproporrà come scritta da un’altra persona e tu potrai odiare quel personaggio, ma alla fine riconoscerai che in quel personaggio ci sei tu.

Il 4 ottobre presenti il tuo libro al Festival Letterario di Albano, davanti a un pubblico che ti incontra come scrittrice per la prima volta. Che emozione provi nel condividere con gli altri quello che hai creato?

Sono tante le emozioni che provo insieme. All’inizio non volevo pubblicare il libro, perché lo avevo scritto per stare bene con me stessa, quindi mi domandavo se sarebbe piaciuto oppure no, se quello che avevo scritto avrebbe “risuonato” negli altri. Poi, però ho pensato che avrei potuto aiutare altre persone e che non sarei rimasta ferita fisicamente o emotivamente se a qualcuno non fosse piaciuta la mia storia. Sono felice per chi potrebbe apprezzarla e per chi potrebbe “risuonare” con me.

Guardando avanti, pensi che la scrittura resterà una compagna stabile nella tua vita? Ti immagini già altri mondi, altre storie da raccontare?

Non lo posso dire fin d’ora, però si, la scrittura potrebbe rimanere una costante. Poi per gli altri mondi si vedrà, perché l’idea viene scrivendo. Non posso prevederlo, non posso dirlo adesso se non c’è l’idea. Come dicevo prima sto scrivendo delle lettere, ma per creare una nuova storia devo prima approfondire gli aspetti della mente umana e cercare di capire come realizzare al meglio la narrazione.