Chi l’avrebbe mai detto. Per invecchiare bene, mantenendosi più a lungo in salute, dovremmo cominciare fin da piccoli. Tanto che, con una provocazione, lo specialista del benessere nella terza età e di una vecchiaia senza troppi acciacchi potrebbe essere il pediatra.
Perché mantenere un microbiota equilibrato è fondamentale per contrastare le malattie infiammatorie, in costante aumento nell’infanzia e nell’adolescenza. A ricordarlo è stato Antonio Gasbarrini, direttore scientifico dell’Ospedale Gemelli di Roma nel corso del XXXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP)tenutosi a Roma.
Quanto contano cibo e infiammazione
“Le alterazioni del microbiota intestinale dovute ai cibi ultraprocessati (cioè quegli alimenti molto manipolati industrialmente e molto additivati) lo rendono proinfiammatorio, quindi in grado di favorire malattie metaboliche che prima si manifestavano intorno ai 50 anni e che nei prossimi anni compariranno a 30 – segnala l’esperto. L’insulinoresistenza, che è tra le prime manifestazioni di questo squilibrio, interessa ormai in Italia quasi il 15% dei bambini e in America addirittura 30%: tutti candidati a diventare diabetici conclamati entro i 18 anni”.
Insomma, curiamo l’alimentazione e soprattutto cerchiamo di difendere i bimbi con una sana alimentazione, per proteggerli dall’infiammazione. “È una vera e propria epidemia quella delle malattie infiammatorie in età pediatrica, responsabili delle cronicità negli adulti – concorda Claudio Romano, presidente SIGENP. Le malattie infiammatorie intestinali frutto della alimentazione scorretta nell’infanzia ricca di alimenti ultraprocessati provocano infiammazione. Sarà un enorme problema di salute pubblica, di sofferenza per i singoli individui e un disastro per i costi che travolgeranno i sistemi sanitari”. Il quadro non è rassicurante.
L’insulino-resistenza infatti può portare non solo a sviluppare diabete ma anche malattie infiammatorie, vascolari, cardiache fino a diverse forme di cancro. “È questa la sfida che i pediatri gastroenterologi si trovano a dover affrontare nei prossimi anni – ricorda Gasbarrini”.
Il ruolo del sistema limbico
Sullo squilibrio del microbiota si innesta anche lo stretto legame fra cervello e intestino, mediato da ormoni, sul quale si sta facendo chiarezza poco alla volta: si arriva addirittura a parlare non solo di asse intestino-cervello, ma di “asse enterolimbico”.
Tra sistema limbico cerebrale e intestino mediano le incretine, ormoni peptidici, in particolare GLP1 (che viene usato anche come farmaco antidiabetico). Quando il microbiota è alterato questo sistema di regolazione “salta”. Si sviluppa insulino-resistenza e nello stesso tempo va fuori controllo lo stimolo dell’appetito a livello cerebrale.
Con tutto quello che ne consegue: diabete, obesità, malattie infiammatorie e altro. La soluzione vera di questo stato di cose è appunto riuscire a “costruire” un microbiota sano ed equilibrato, nei primi 10-12 anni di vita. Per questo è così importante il ruolo della gastroenterologia e della nutrizione pediatrica.
Per questo il pediatra oggi può essere lo specialista della longevità. “Certamente non è tutto – ricorda Romano – ma una nutrizione fatta di cibi non troppo manipolati, non ultraprocessati e ricchi di additivi sarebbe il modo più concreto e praticabile per garantire a bambini e poi agli adulti che diventeranno buona salute e longevità”.
Il modello della dieta mediterranea
Se il principale attore di questo problema mondiale è l’alterazione del microbiota ovviamente puntare solo sulla dieta non basta. Occorre correggere abitudini poco sane. Pensate in questo senso alla sedentarietà, all’uso improprio di antibiotici, alla perdita dei ritmi circadiani, all’eccessiva igiene che stanno già determinando squilibri in età pediatrica.
“In Italia ci illudiamo di essere protetti dalla dieta mediterranea – dice ancora Gasbarrini – ma in realtà noi la dieta mediterranea tradizionale non la facciamo più. Prova ne sia che l’Italia, con la Grecia, ha la maggior percentuale di bambini obesi. Il consumo di cibi ultraprocessati è sempre più alto e si vede. Non siamo ancora al 47% dell’alimentazione infantile come accade nel Regno Unito ma la direzione è quella. Ugualmente illusorio è il digiuno più o meno periodico tanto di moda. Se non mangiamo il microbiota non cambia, semplicemente privato dei nutrienti altera ancora di più l’ambiente intestinale”.
L’importanza del Core microbiota
I primi tre anni di vita di un bambino, partendo già dall’utero materno e quindi considerando i mille giorni, sono fondamentali. In questa fase, infatti, si forma il core microbiota, che sarà strutturalmente simile a quello dell’adulto. Nei primi giorni di vita è caratterizzato da “bassa densità e diversità microbica, ovvero che pochi batteri e molto vicini tra loro.
Ad esempio il microbiota del neonato nei primi giorni è composto prevalentemente da batteri che fermentano il latte, quali Lactobacillus, Streptococcus e Bifidobacterium. Poi la popolazione si amplia. Ma purtroppo nei primi tre anni di vita, qualsiasi fattore in grado di alterare la precoce e delicata interazione del microbiota con il sistema immune, endocrinologico e neurologico nella fase di sviluppo, renderà l’individuo maggiormente suscettibile alle malattie nel corso della sua vita futura.
Entro i primi tre anni, quindi, il microbiota avrà raggiunto il suo completo sviluppo, caratterizzato da una parte invariabile e una in grado di modificarsi in base all’azione dei diversi fattori esterni.
Consigli per la gravidanza
Ovviamente, in questo percorso, il modo in cui il bimbo viene al mondo e l’alimentazione nei primissimi mesi di vita contribuiscono a formare, a grandi linee, le popolazioni batteriche che poi “abiteranno” prevalentemente l’intestino del piccolo.
In questo senso, in chiave positiva, gli esperti consigliano di partorire per via naturale e procedere con l’allattamento al seno. Ma non bisogna dimenticare che anche l’attenzione alla bilancia durante la dolce attesa è importante sotto questo aspetto.
Pensate solo che quando le gestanti sono in chiaro sovrappeso i batteri presenti nelle feci del neonato che verrà sono qualitativamente diversi rispetto a quelli della madre che ha controllato il peso durante la gravidanza, con il piccolo che in queste secondo caso avrà una popolazione batterica “migliore”, costituita soprattutto da bifidobatteri. Insomma, teniamo sempre presente che i “nostri” batteri ci accompagnano sempre e possono avere un ruolo nel benessere. Disegnando anche, ovviamente non da soli, la traiettoria del benessere futuro.
Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.