Dopo le dichiarazioni di J.K. Rowling sulle questioni di genere nel 2020, molti personaggi legati alla saga di Harry Potter hanno preso pubblicamente le distanze da lei. Emma Watson, in un messaggio condiviso all’epoca sui suoi network, ha scritto: «Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere la loro vita senza essere costantemente messe in discussione».
Un messaggio forte che è stato accolto con favore, ma che ha ferito profondamente la scrittrice. Da allora, le due donne non hanno più avuto contatti diretti e le tensioni sono riemerse regolarmente sui media.
Un nuovo messaggio più personale
Lunedì 29 settembre, J.K. Rowling ha fatto un ulteriore passo avanti condividendo un lungo messaggio su X, reagendo all’attenzione mediatica riservata all’intervista di Emma Watson. In esso denuncia quella che considera una forma di ipocrisia da parte dell’attrice e dei suoi ex colleghi della saga. «Non merito l’eterna approvazione di un attore che ha interpretato un personaggio da me creato», ha scritto. «Emma e Dan hanno detto chiaramente che ritengono che la nostra ex collaborazione dia loro il diritto, anzi l’obbligo, di criticarmi pubblicamente».
L’autrice ripensa anche a un episodio memorabile: il discorso di Emma Watson ai BAFTA 2022, in cui ha detto sul palco: «Sono qui per tutte le streghe, in realtà», una frase che molti hanno interpretato come una frecciatina diretta a Rowling. «Quello è stato un punto di svolta per me», confida l’autrice. «Emma chiese a qualcuno di passarmi un biglietto scritto a mano con questa semplice frase: “Mi dispiace tanto per quello che stai passando” (ha il mio numero di telefono)». Rowling spiega poi che questo periodo ha coinciso con un’ondata di minacce particolarmente violente nei suoi confronti, che ha reso necessaria l’adozione di maggiori misure di sicurezza. «Emma ha il legittimo diritto di non essere d’accordo con me e persino di esprimere pubblicamente i suoi sentimenti nei miei confronti», conlude, «ma io ho lo stesso diritto, e ho finalmente deciso di esercitarlo».
Una rottura inconciliabile?
Nonostante gli apparenti tentativi di riappacificazione, la reazione di J.K. Rowling lascia poco spazio alla riconciliazione. La rottura sembra ormai troppo profonda, alimentata da ferite personali, mediatiche e ideologiche.
Ma, in filigrana, questa vicenda solleva una questione più ampia: è possibile dissociare i nostri ricordi affettivi di una persona dalle sue opinioni politiche o sociali? Possiamo continuare ad amare chi non condivide le nostre idee, anche quando questi disaccordi riguardano questioni fondamentali come i diritti umani?
È un interrogativo che il movimento #MeToo ha già posto al centro del dibattito pubblico: bisogna separare l’uomo dall’artista, il talento dalla persona? Qui, Emma Watson sembra dire che è possibile distinguere la creatrice di Harry Potter – che lei ammira – dalla donna di cui combatte le idee. Una posizione difficile da sostenere, in un clima in cui ogni affermazione diventa politica. Bisogna allora recidere ogni legame con chi non condivide le nostre idee? Oppure si può, nonostante tutto, preservare qualcosa di ciò che è stato, senza rinnegare ciò che siamo diventati?

Emma Watson et J.K. Rowling à l’avant-première de Harry Potter et les Reliques de la Mort, partie 2 à Trafalgar Square, le 7 juillet 2011 à Londres.Jon Furniss

Emma Watson et JK Rowling sur le tapis rouges des Orange British Academy Film Awards à Londres, en 2011.Chris Jackson/Getty Images