Lo studio, presentato da un team di scienziati de La Jolla Institute for Immunology dalla California, apre una nuova via per la sperimentazione di future terpie. Tra i ricercatori, anche l’italiano Alessandro Sette

Tra le cause della Sla, malattia neurodegeneratia che comporta la progressiva perdita dei motoneuroni provocando paralisi, anche una componente autoimmune. Questa è la conclusione presentata da un team di scienziati – di cui fa parte anche il ricercatore italiano Alessandro Sette – de La Jolla Institute for Immunology (California), in uno studio pubblicato su Nature.

Lo studio scientifico

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da una progressiva perdita di motoneuroni, si legge nell’abstract dell’articolo scientifico. Gli scienziati hanno dimostrato che nei pazienti affetti dalla malattia, le cellule immunitarie attaccanno una proteina presente nei neuroni. Tra i diversi fattori, ad alimentare quindi la progressione della Sla, un malfunzionamento del sistema immunitario che danneggia le cellule del sistema nervoso per errorre. I ricercatori de La Jolla Institute for Immunology hanno dimostrato che una famiglia di cellule del sistema immunitario – linfociti T CD4+ – aggredisce una proteina, la C9orf72, che si trova nei neuroni. Nei test, i pazienti con Sla che possedevano linfociti T CD4+ più attivi andavano incontro a una progressione della malattia molto più rapida. Sulla base dei risultati ottenuti quindi, partendo dalla ricerca potrebbe essere possibile spiegare non solo le modalità di danneggamento dei neuroni, ma anche perchè alcune forme di Sla progrediscono più velocemente di altre. 

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Caratteristiche e campione dello studio scientifico

Il team di scienziati ha analizzato le cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) da donazioni di sangue intero di 40 individui affetti da SLA e 28 controlli sani abbinati per età e sesso. I partecipanti allo studio sono stati reclutati da quattro centri clinici collaborativi negli Stati Uniti: la Emory University (Atlanta, Georgia); il National Institute for Neurological Disorders and Stroke presso i National Institutes of Health (Bethesda, Maryland); la University of California, Irvine (Irvine, California); e la Harvard Medical School/Massachusetts General Hospital (Boston, Massachusetts). Inoltre, nove dei partecipanti allo studio affetti da SLA sono stati reclutati tramite Sanguine Biosciences (Woburn, Massachusetts), un’organizzazione di ricerca a contratto. La distribuzione maschi:femmine è di 24:16 per gli individui con SLA e di 19:9 per i controlli sani di pari età. La maggiore rappresentanza maschile nella coorte SLA è rappresentativa della maggiore incidenza della malattia negli individui di sesso maschile e nei partecipanti presso i centri clinici specifici che hanno partecipato allo studio.

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La sclerosi laterale amiotrofica 

La Sla è una malattia neurodegenerativa cronica con un’aspettativa di vita media di circa quattro anni dopo la diagnosi. È caratterizzata da un danno esteso dei motoneuroni, che trasmettono impulsi al cervello e dal midollo spinale ai muscoli. Durante la malattia, man mano che i motoneuroni muoiono, anche la trasmissione dei segnali si arresta in maniera progressiva e dall’atrofia si raggiungere la paralisi. La causa esatta della malattia è sconosciuta e si ritiene che sia una combinazione di fattori. L’ultimo scoperto è uno di questi. Oltre alla difficoltà motoria estesa, la Sla nel lungo periodo causa difficoltà nel deglutire e nella comunicazione. Durante il decorso, mente e conscienza non vengono intaccate.

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