Il sindacato Nursing Up propone una Consulta delle professioni infermieristiche e sanitarie per supportare la riforma del settore. Un’iniziativa, in applicazione di quanto previsto dalla Legge 43/2006, a beneficio delle Commissione Affati Sociali della Camera dei Deputati. Il questo quadro, il  disegno di legge delega per il riordino delle professioni sanitarie presentato il 26 settembre, affronta questioni cruciali per il futuro delle professioni sanitarie: dalla carenza cronica di organico alle disparità territoriali e di genere, dalla sicurezza nei luoghi di lavoro alla responsabilità professionale

L’iniziativa presentata da Nursing Up

L’iniziativa nasce dalla necessità di affrontare con urgenza e concretezza le gravi criticità che oggi interessano in particolare infermieri e ostetriche, figure da sempre fondamentali per il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale. “L’obiettivo – ha spiegato Antonio De Palma, presidente di Nursing Up –  è quello di elaborare, entro un orizzonte temporale di 3-6 mesi, un dossier corredato da un piano operativo, che possa fornire indicazioni concrete per affrontare i nodi strutturali del settore”. La proposta si inserisce nel contesto della riforma in corso: lo scorso 26 settembre 2025, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega per il riordino delle professioni sanitarie, frutto dell’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Affari Sociali e sostenuta dall’onorevole Marta Schifone. Il testo prevede che, entro la fine del 2026, vengano emanati decreti legislativi volti a regolamentare in maniera organica la formazione, la valorizzazione e la responsabilità delle professioni sanitarie. “In questo quadro – prosegue De Palma – Nursing Up ritiene essenziale attivare un tavolo tecnico permanente, in grado di fornire un contributo autorevole e competente all’attuazione della riforma. 

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Che ruolo avrebbe la Consulta?

La Consulta, in questa visione, avrebbe il compito di supportare i lavori della Commissione parlamentare, fornendo dati, analisi e proposte operative che rappresentino efficacemente l’intero universo delle professioni sanitarie non mediche, come già previsto dalla Legge 43/2006.

Pur riconoscendo come prioritaria la condizione degli infermieri, la Consulta sarebbe inclusiva, aperta alla partecipazione delle ostetriche e di tutti gli altri professionisti del comparto sanitario che rientrano nelle categorie individuate dalla norma. Per garantire un approccio tecnico e rappresentativo, si propone che l’organismo sia composto da sei o sette professionisti con comprovata esperienza, provenienti dai principali ambiti di attività del settore: ospedali, servizi territoriali e università. La designazione dei membri dovrebbe essere affidata ai sindacati maggiormente rappresentativi del comparto sanità, in accordo con gli Ordini professionali di riferimento. “Il metodo di lavoro della Consulta – conclude il presidente di Nursing Up – si fonderebbe su una logica collaborativa e strutturata, basata su confronti periodici, analisi di dossier tematici, incontri di approfondimento e, soprattutto, sulla produzione di relazioni tecniche e operative da indirizzare al Parlamento e al ministero della Salute. L’obiettivo è individuare, in tempi rapidi, soluzioni concrete e attuabili, capaci di rispondere a problemi che, se non affrontati adeguatamente, rischiano di cronicizzarsi e compromettere la tenuta complessiva del nostro sistema sanitario”.

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