“Adesso che hanno bloccato la Global Sumud Flotilla (DIRETTA), portateli voi gli aiuti in poche ore. Portate voi gli aiuti, perché stanno morendo…”. Seduta alla tastiera nello studio di registrazione, la voce rotta dall’emozione e le lacrime agli occhi, Elisa ha pubblicato nelle story Instagram un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al governo per chiedere un intervento immediato a favore della popolazione di Gaza, che necessita al più presto di medicinali e di generi di prima necessità nella Striscia. Ieri sera, mercoledì 1º ottobre, sono state condotte le prime operazioni di abbordaggio contro almeno 20 navi della Global Sumud Flotilla da parte delle navi militari israeliane. Altre 23, invece, sono riuscite a evitare l’attacco e sono ancora in navigazione verso Gaza. Lunedì scorso, Elisa aveva già partecipato alla causa unendosi alla manifestazione a Trieste e aveva documentato tutto sui suoi canali social.
CARMEN CONSOLI: “OGGI PRENDEREI LA MIA IMBARCAZIONE E RAGGIUNGEREI GAZA”
All’appello di Elisa si è unita anche Carmen Consoli. “Oggi prenderei la mia imbarcazione e raggiungerei Gaza. Ci metterei tempo perché non ho i mezzi del governo ma lo farei, convinta di avere il diritto di navigare in acque internazionali”, ha detto l’artista nel corso della presentazione a Milano del nuovo album Amuri Luci. “Come dice la mia grandissima amica Elisa, sbrigatevi perché è vero che la gente muore. Avevo urgenza di dirlo perché sono stata sveglia fino alle 4 a seguire le manifestazioni e mio figlio, che ha 12 anni, ieri ha partecipato a una di esse”. Ha proseguito: “Ho guardato la tv tutta la notte, mi sono emozionata per questa presa di coscienza, è una bellissima notizia che non ci sia più indifferenza”. Ha inoltre sottolineato che “oggi è la conoscenza per cui stiamo scendendo in piazza, poi magari sbagliamo e la Flotilla è finanziata da Hamas, ma allora se parto con la mia barca sono finanziata da Hamas anche io? La conoscenza ci aiuta a capire che è importante garantire sanità e cultura per tutti come popolo italiano, altrimenti diventiamo personaggi di Orwell che ripetono ciò che dice la tv”. La cantantessa ha anche mandato un messaggio alla politica: “Non capisco perché la sinistra non riesca a unirsi su ciò che ha in comune, è una cosa che non mi dà pace. Le auguro di trovare una strada che accomuni tutti, qui la sensazione è di un derby calcistico, dove ha la meglio chi fa stare zitto l’altro. Non c’è un dibattito politico, vedo un film dell’orrore dove si dice tutto e il contrario di tutto per avere consenso”.
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L’IMPEGNO DEGLI ALTRI ARTISTI, DA GIORGIA A PIERO PELÙ
Alla fine di agosto, Elisa aveva pubblicato sui social un post per elogiare l’operazione umanitaria e pacifica messa in atto dalla Global Sumud Flotilla. “Dobbiamo supportarli, dobbiamo cercare di dar loro attenzione mediatica e di non abbandonarli: è molto importante per proteggere le loro vite che l’attenzione mediatica rimanga alta su questa missione. Stanno cercando di arrivare là dove i governi stanno fallendo, stanno cercando di ridare dignità all’umanità intera con questo gesto, una dignità che ultimamente è andata persa”, aveva scritto la cantante. Alla manifestazione nazionale a Trieste, che si è tenuta pochi giorni fa, Elisa ha dichiarato ai microfoni del Tg1 che “è un dovere, non si può accettare un genocidio. Non è umanamente possibile, non è possibile l’indifferenza”. Intanto, in questi giorni anche Giorgia, Fiorella Mannoia e tanti altri artisti hanno rivolto un pensiero alla missione della Global Sumud Flotilla e alla guerra in corso a Gaza. Lo scorso 18 settembre, Piero Pelù aveva organizzato il concerto SOS Palestina! per sostenere le attività di Medici Senza Frontiere in aiuto della popolazione palestinese. “In Palestina è in atto un vero e proprio massacro-genocidio di popolazione civile che ha una lunghissima e controversa storia alle spalle”, aveva detto il cantante in occasione del lancio dell’evento. “Ancora oggi, in questo preciso momento, il governo israeliano sionista di Netanyahu prosegue il suo impunito e megalomane massacro di bambini, donne, uomini, medici, giornalisti, operatori umanitari. La Palestina va aiutata con la massima urgenza: dalla mia rabbia e frustrazione per quello che vedo attraverso alcune pagine di informazione indipendente è scaturita l’idea di SOS Palestina!, nata per raccogliere fondi per Medici Senza Frontiere che nelle terre di Palestina (Gaza e Cisgiordania) aiuta la popolazione civile da tanti anni”. All’inizio di settembre, alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, durante la conferenza stampa del documentario Fuori Concorso Rumore dentro di Francesco Fei (nel successivo photocall aveva poi mostrato la bandiera della Palestina), Pelù aveva inoltre dichiarato che “la politica oggi, nella maggior parte dei casi, non è più politica: è al servizio delle lobby economiche. Lo vediamo anche in Italia, incapace di opporsi in maniera chiara come hanno fatto, per esempio, Spagna e Belgio contro l’occupazione illegale portata avanti da Netanyahu e dall’esercito sionista nei territori palestinesi. È una situazione che va avanti dal 1945, non dal 7 ottobre del 2023. E c’è chi prova a riscrivere la storia: ma noi non ci possiamo stare”. Il cantante aveva aggiunto: “Abbiamo studiato a scuola come sono iniziati e degenerati i regimi, fascismo, nazismo, comunismo staliniano, eppure oggi vediamo bambini morire di fame sotto le bombe, mentre l’unica frase pronunciata dalla nostra premier è arrivata quando sono state colpite chiese cristiane. È la discriminazione nella discriminazione. Insopportabile”. Infine, aveva concluso: “Noi dobbiamo essere cittadini attivi, e io rivendico di essere prima cittadino e poi cantante. Lo dico anche nel documentario: non amo le rockstar che si chiudono nel loro mondo”.
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