Nella squadra azzurra presente agli europei e in gara nella prova juniores maschile c’è anche Thomas Bernardi. Una convocazione, la sua, raggiunta proprio in extremis, guadagnata sul campo domenica aggiudicandosi la Olgiate-Ghisallo, ennesimo acuto di un’estate davvero encomiabile per il portacolori del Team F.lli Giorgi. Preparando le valigie per la trasferta europea, Bernardi fa un po’ il punto considerando questa trasferta un po’ lo snodo della sua ancor giovane carriera.
«Io ho iniziato abbastanza presto, da G6 – dice – seguendo le orme di mio fratello e rinunciando al calcio. Ho fatto questo cambio perché vedevo che lui correva, si divertiva, volevo imitarlo. L’allenatore di mio fratello mi aveva detto di provare anche io e sono contento di averlo fatto».


La gara di domenica com’è stata?
Nei giri in pianura c’è stata una fuga di tre atleti tra cui il nostro Giacomo Agostino. Quindi eravamo messi bene perché è uno che va forte. All’inizio dell’ultima salita li abbiamo ripresi e poi ho fatto il mio ritmo e sono arrivato da solo.
Dal 13 luglio hai fatto tutte top 10 con tre vittorie e sei uscito dai primi 10 soltanto una volta al Paganessi. A che cosa si deve questo cambio di passo?
Prima di luglio, non sono mai riuscito a allenarmi regolarmente. Ho avuto la mononucleosi quest’inverno, poi a Massa mi sono rotto la mano e quindi non sono mai riuscito ad allenarmi con costanza. Da inizio giugno ho ritrovato un po’ di pace seguendo alla lettera i programmi del mio preparatore Dario Giovine e devo dire che sto migliorando giorno dopo giorno.
Delle tre vittorie che hai fatto, qual è quella alla quale tieni di più, che meglio rispecchia le tue caratteristiche?
Direi il GP Loria, perché cioè dopo tutto quello che ho passato è stata veramente una rinascita, emergendo di forza nel finale fino a tagliare il traguardo a braccia alzate. E’ stata quella dove sono stato più soddisfatto di me stesso.






Ti aspettavi la convocazione per gli europei?
Sapevo che forse fosse in ballo. Leone (il diesse Malaga, ndr) mi aveva detto prima del Buffoni che se avessi fatto bene anche lì, ci sarebbe stata questa opportunità. Lì ho fatto secondo, non ho vinto, infatti un po’ mi è dispiaciuto perché ci avevo davvero creduto e temevo che non fosse stato abbastanza. Poi comunque mi sono reso conto che il secondo posto non era male. E penso che quello che avevo fatto prima e la vittoria del Ghisallo, siano stati quelli gli appuntamenti che han fatto decidere in mio favore.
Quindi prima del Ghisallo non sapevi se saresti stato convocato…
No, al seguito della gara c’era uno della nazionale in moto e dopo è venuto a dirmi che riferiva tutto a Salvoldi e da lì ho capito che andavo in Francia. E’ stato davvero emozionante, un bell’effetto perché comunque è una gara importante e c’è da onorare questa opportunità.


Che cosa sai della gara, del percorso?
E’ un percorso duro perché ci sono due salite lunghe e poi altre corte. Rispetto al mondiale, qui le salite sono più lunghe. A Kigali magari era un po’ più da scattisti, invece qua il passo paga di più e a me va bene perché io preferisco il passo al cambio di ritmo. Ma la stagione non finirà in Francia, avremo l’appuntamento di San Paolo d’Argon al quale la società tiene tanto perché è a 5 minuti dalla sede e si disputa sulla salita che facciamo in tutti gli allenamenti invernali. Poi avremo il tricolore di cronometro a squadre.
Tu a fine anno cambi categoria. Hai già contatti?
A dir la verità ho già firmato con la Caja Rural Under 23, che è una squadra spagnola.
Come sei arrivato a loro e perché li hai scelti?
C’è stata questa opportunità procurata dalla mia agenzia GL Promotion e mi hanno detto che c’era questo team spagnolo che era interessato a me. Poi ho parlato direttamente con loro e mi hanno accontentato in tutto, mi offrono tutto quello di cui ho bisogno e quindi penso sia la cosa migliore da fare.


Farai un calendario più spagnolo o più italiano?
Mi hanno detto che ne parliamo a dicembre, al primo ritiro, ma lì ci sono tante gare internazionali, in Italia comunque hanno già l’invito per il Giro della Valle d’Aosta. Poi si vedrà, per ora so che sarò l’unico italiano. Sarà davvero una bella avventura… Io la vedo un po’ come il premio per la mia perseveranza anche in una stagione che era iniziata in maniera davvero difficile ed è andata avanti così fino all’estate, ma poi sono riuscito a trasformarla. Europei, maglia azzurra, prospettive internazionali: che cosa potrei volere di più?