Quasi duecento opere tra incisioni, ceramiche, arazzi e oggetti di design del maestro del surrealismo, Salvador Dalì, esposte al palazzo Tarasconi di Parma. Peccato che una su dieci erano false e 21 dei capolavori attribuiti al pittore spagnolo sono stati sequestrati martedì 30 settembre dai carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio di Roma nella mostra «Dalì. Tra arte e mito», inaugurata sabato scorso nella città emiliana.
Il decreto di sequestro è stato emesso dal Gip di Roma, su richiesta dei magistrati del dipartimento criminalità diffusa e grave della procura della Capitale, al fine di procedere a verifiche più accurate per stabilire se le opere sono attribuibili al pittore. Il sequestro è scattato a seguito delle indagini dei carabinieri che avevano notato anomalie nelle opere esposte nella stessa mostra allestita, tra gennaio e luglio 2025, al Museo storico della fanteria dell’Esercito italiano di Roma.
Gli approfondimenti sono partiti da Barcellona dove la Fondazione Dalì, ente che tutela la proprietà intellettuale dell’artista, aveva segnalato alla procura sospetti circa l’autenticità delle opere.
La Navigare srl, società organizzatrice della mostra, si è detta «pronta a offrire piena collaborazione alle forze dell’ordine per la verifica di autenticità delle 21 opere oggetto del sequestro».
Ultimo aggiornamento: mercoledì 1 ottobre 2025, 20:41
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